Civiltà del Lavoro, n. 6/2015 - page 17

CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2015
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da Salerno-Reggio Calabria, che dovrebbe essere pronta
– secondo quanto dichiarato dal ministro Delrio – tra la fi-
ne di quest’anno e l’inizio del 2017.
Entro il 2012 dovrebbero, invece, essere completate la
Orte-Mestre e la Fano-Grosseto, per le quali sono au-
mentati i fondi.
Approfondiamo il caso Milano. A parte l’area Expo, vi
sono aree dismesse appartenenti alle Ferrovie per un
totale di circa 1,2 milioni di metri quadrati. A cosa po-
trebbero essere destinate?
Fermo restando che la decisione passa da un accordo di-
retto tra l’amministrazione comunale e le Ferrovie dello
Stato e che ciascuna città ha esigenze diverse – abitati-
ve, commerciali, espositive – bisogna tenere presente la
vocazione di Milano, che da qui al 2030 diventerà la città
più giovane d’Italia a causa di migrazioni sia interne che
esterne al Paese.
Personalmente la immagino come una città a tre teste:
finanza, conoscenza e creatività.
A patto, però, di riuscire a relazionarsi bene con tutta l’a-
rea metropolitana.
Già adesso Milano ha tutte le caratteristiche per confer-
mare e rafforzare la propria posizione di capitale europea.
Un ruolo che ci viene suggerito anche dalla storia. Quan-
do nel Cinquecento l’imperatore Carlo V muore, lascia al
figlio Filippo, a sua volta futuro imperatore, un testamen-
to politico molto chiaro: raccomanda, in particolare, di non
perdere mai la città di Milano perché Milano è il collega-
mento con l’Europa.
In generale, a quali funzioni sarebbe preferibile desti-
nare le aree urbane da riqualificare? È possibile indi-
viduare una necessità nazionale prevalente?
In primo luogo, occorre una migliore e maggiore manu-
tenzione della viabilità potenziando i collegamenti ferro-
viari con i porti e gli aeroporti e destinandoli al trasporto
merci oltreché passeggeri. La “cura del ferro” è necessa-
ria soprattutto in alcune regioni meridionali per ridurre il
grande divario con il nord del Paese.
A questo aggiungo che occorre riattivare il mercato im-
mobiliare: servono abitazioni a un costo accessibile o a
prezzo calmierato. Su questo fronte, inoltre, stiamo lavo-
rando con Ance e con l’Ordine degli architetti per elabo-
rare – solo con una revisione normativa e dunque a costo
zero – un codice edilizio unico adottabile a livello di aree
metropolitane: Comuni contigui applicherebbero la me-
desima normativa, o comunque molto uniformi. D’altron-
de oggi, in tempi di globalizzazione, se non si lavora su
piattaforme autorevoli anche sul piano delle dimensioni
si viene “spazzati via”.
Quando si parla di riqualificazione urbana vengono
sempre citate le caserme dismesse. Cosa farne?
Premesso che è materia sulla quale sono chiamati a in-
tervenire il Ministero della Difesa e l’Agenzia del Dema-
nio, a livello generale possiamo dire che le caserme rap-
presentano certamente un patrimonio di qualità grazie
anche al fatto di essere ubicate il più delle volte nel cuo-
re delle città. Vanno pertanto riutilizzate al più presto an-
che perché i costi di manutenzione sono molto elevati.
Silvia Tartamella
Auditorium Parco della Musica - Roma
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