Civiltà del Lavoro, n. 6/2015 - page 100

VITA
ASSOCIATIVA
CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2015
100
Antonio Patuelli è stato nominato Cavaliere del Lavoro
nel 2009 per il forte sviluppo dato alla Cassa di Risparmio
di Ravenna, capogruppo dell’omonimo Gruppo Bancario,
di cui è presidente. Dal 2013 ricopre la carica
di presidente dell’Associazione Bancaria Italiana.
produttive, vi è di tutto, dalla meccanica di alta quali-
tà all’informatica, dalle attività tradizionali all’agricoltura,
all’agroindustria, a produzioni specialistiche.
Ma noi abbiamo due settori importanti più di tutti, che
sono quelli che tradizionalmente danno la spinta alla ri-
presa: l’edilizia e il turismo.
Il turismo è andato bene quest’estate e non deve essere
più un aspetto stagionale, siamo stati favoriti dall’Expo e
speriamo di poterlo essere anche dal Giubileo e lo siamo
stati anche come conseguenza delle crisi mediorientali e
del Nord Africa. Essendo un Paese sicuro, fornito di gran-
di strutture turistiche e di condizioni meteo climatiche ot-
time, soprattutto nel Meridione d’Italia.
Quindi abbiamo delle grandi potenzialità, ma ci muovia-
mo in un quadro internazionale, che oggi è molto più for-
temente complicato del passato. Mi mantengo nei tem-
pi che mi sono stati assegnati. Mi rivolgo in particolare ai
giovani che sono qui dopo aver maturato un grande suc-
cesso negli studi per i quali sono stati anche selezionati.
Sono gli studi che vi hanno fatto vincere, sono gli sforzi
di qualità in cui vi siete impegnati, sì, per avere dei bei
voti, ma anzitutto per sapere.
Il desiderio della conoscenza è venuto prima dell’attesa del
calcolo del risultato numerico, questo vi ha fatto vincere.
Permettetemi un’autocitazione. Antonio, torno qui dopo 39
anni, sono venuto nel ’77, giovanissimo, invitato con onore
da diversi loro predecessori, a un incontro in questa stessa
sala. Allora parlavamo dello stesso tema (i giovani, ndr)
del quale i Cavalieri del Lavoro sono così meritevoli. Allo-
ra mi occupavo di ben altro rispetto alle attività bancarie
che pochi anni dopo mi hanno completamente assorbito.
Dovevo proprio parlare della necessità di sconfiggere la
disoccupazione giovanile anzitutto, attraverso l’obiettivo
della qualità della formazione culturale e professionale,
non finalizzando gli studi al diploma, ma anzitutto alla co-
noscenza. Citavo quella che era e rimane una delle pre-
diche definite inutili – ma a mio avviso utilissime – di un
grande maestro, Luigi Einaudi, il quale mi ha insegnato
come pure a tanti di noi, che bisognerebbe dimenticare il
valore giuridico, legale, del titolo di studio perché non è in
nome del diploma che poi si vince nella corsa della vita.
La corsa si chiama anche carriera in italiano; a Siena par-
lano bene l’italiano, loro dicono che il Palio è una carrie-
ra, significa una corsa.
La carriera è una corsa, chi vuole competere nella cor-
sa della carriera della vita deve puntare alla qualità della
conoscenza, all’educazione permanente, a una formazio-
ne culturale e professionale costante. Devo dire che 39
anni dopo mi viene un brivido perché Antonio non sia-
mo tanti in Italia che possono autocitarsi senza dover fa-
re autocritica.
LA CARRIERA È UNA CORSA,
CHI VUOLE COMPETERE
NELLA CORSA DELLA
CARRIERA DELLA VITA DEVE
PUNTARE ALLA QUALITÀ
DELLA CONOSCENZA
copertina 1...,90,91,92,93,94,95,96,97,98,99 101,102,103,104,copertina 3,copertina 4
Powered by FlippingBook