Civiltà del Lavoro, n. 6/2015 - page 98

VITA
ASSOCIATIVA
CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2015
98
sette anni di crisi che è venuta da oltreoceano e da ol-
tremanica, è entrata nel nostro continente come crisi fi-
nanziaria, è diventata crisi industriale, poi crisi sociale, dal
2011 ha toccato soprattutto coloro che avevano un alto
debito pubblico, l’Italia fra questi.
Dalla crisi cosiddetta del debito sovrano si è trovata di
fronte all’esplosione di vecchie problematiche, appunto,
il debito pubblico che ha sempre comportato un’alta tas-
sazione sulle imprese e sulle famiglie. Ne è nata una di-
scussione, spesso oziosa, sull’introduzione dell’euro per-
ché si è aperta soprattutto nel 2011 con l’esplosione della
crisi del debito sovrano e si è fortemente attenuata, non
vorrei ardire a dire conclusa, con l’estate scorsa con la so-
luzione dell’emergenza greca.
In tutti questi anni di crisi economica, finanziaria e socia-
le, l’Italia resta con circa duemila miliardi di euro di debi-
to pubblico; se provassimo a moltiplicarli per i vecchi pa-
rametri della lira avremmo un numero impronunciabile.
L’Italia è riuscita a limitare la sua oggettiva problemati-
ca, stavo per dire decadenza economica, con i bassissimi
tassi che sono praticati dall’euro. Con un debito pubblico
quale l’Italia ha accumulato in oltre quarant’anni, se oggi
avessimo i tassi della lira, il nostro debito pubblico si sa-
rebbe moltiplicato e le già gravose imposte sulle attività
produttive e sulle famiglie, sarebbero diventate ulterior-
mente, enormemente insopportabili.
Noi, invece, siamo inseriti in un contesto europeo, quel-
lo che abbiamo sognato, per coloro che sono della mia
generazione, quando l’Europa era divisa in due dalle mu-
raglie. Si cita sempre il muro di Berlino, ma non era so-
lo quello, in una lunghissima guerra fredda, dopo una ro-
vinosa seconda guerra mondiale, a seguito anzitutto di
un trattato di pace che l’aveva sostanzialmente spaccata.
L’autunno dell’89 portò una vera primavera, senza con-
flitti, senza spargimenti di sangue, inizialmente. Poi nel-
la ex Jugoslavia ci sono stati pesantemente, ma inizial-
mente non ci furono.
L’Europa riuscì a riunificarsi anche attorno al superamen-
to del confitto fra le due Germanie.
Lì è cominciata una nuova stagione, una nuova speran-
NEL 2011 È NATA UNA DISCUSSIONE, SPESSO
OZIOSA, SULL'INTRODUZIONE DELL'EURO.
SENZA I BASSISSIMI TASSI CHE SONO PRATICATI
DALL'EURO IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO
SI SAREBBE MOLTIPLICATO E LE GIÀ GRAVOSE
IMPOSTE SAREBBERO DIVENTATE INSOPPORTABILI
copertina 1...,88,89,90,91,92,93,94,95,96,97 99,100,101,102,103,104,copertina 3,copertina 4
Powered by FlippingBook