Civiltà del Lavoro, n. 6/2015 - page 99

VITA
ASSOCIATIVA
CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2015
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za; coloro che avevano coltivato questo come sogno, co-
me utopia, hanno avuto la sensazione di toccare il cielo
con un dito, finalmente l’Europa da sogno cominciava a
diventare realtà. Ma, come tutte le realtà, sono inferio-
ri ai sogni, il sabato del villaggio è certamente migliore
della domenica. Quindi, anche la realizzazione dell’Euro-
pa non corrisponde ai sogni di chi l’aveva immaginata e
perseguita a lungo.
L’Europa è entrata in crisi ben prima della crisi economi-
ca perché non è mai stato ratificato da tutti e non è mai
entrato in vigore quel Trattato costituzionale per realizza-
re, in Europa, una Costituzione. E una democrazia senza
una Costituzione non ha spessore e non ha prospettiva,
non ha certezza del diritto, non ha un inquadramento di
doveri e diritti.
Poi è nata la crisi economica e oggi noi ci troviamo in un
momento di passaggio fra sette anni di recessione e i ger-
mogli della ripresa, che vi sono in Italia anche, al pari e
non meno di tanti altri paesi d’Europa. C’è una forte con-
vergenza di intenti fra i vari settori del mondo produttivo,
che hanno accantonato anche polemiche che erano og-
gettivamente stantie e che oggi collaborano per utilizzare
queste condizioni che, eccettuate le tensioni di politiche
internazionali, sono tuttora le migliori condizioni esterne
e interne per la ripresa. L’Italia è un Paese importatore
prevalentemente di energia e il costo del petrolio oggi è
uno dei più bassi degli ultimi decenni.
Il nostro è un Paese esportatore; oggi l’euro, dopo esse-
re stato sopravvalutato, sta riprendendo un equilibrio più
naturale con il dollaro che ha facilitato e facilita le espor-
tazioni italiane che possiamo dire stanno andando be-
ne, soprattutto per le imprese che hanno ristrutturato, si
sono modernizzate e hanno ottenuto processi e prodotti
all’avanguardia in competizione con i migliori del mondo.
Abbiamo altre condizioni positive che ci vengono dall’in-
terno, provvedimenti che riguardano il diritto del lavoro,
in particolare, che hanno favorito altamente la trasforma-
zione del lavoro precario in contratti a tempo indetermi-
nato, il che favorisce una solidità di prospettive di vita.
Abbiamo, anzitutto, questi tassi di interesse che la Banca
centrale europea ci sta garantendo e che sono i più bas-
si della storia dell’Italia unita; dal 1861 non c’erano mai
stati dei tassi così bassi.
Cosicché le famiglie, che sono le più veloci a decidere per-
ché sono in pochi, stanno cogliendo questa grande occasio-
ne: prezzi degli immobili progressivamente calati in questi
sette anni di crisi che abbiamo alle spalle, senza che sia
esplosa una bolla immobiliare, che da noi non c’è stata.
Quindi, la prima occasione, bassi prezzi, infimi prezzi del
denaro, bassissimo costo, quindi una grande opportunità
per acquistare immobili.
La crisi dell’immobiliare, dell’edilizia, è stata una delle più
gravi nel nostro Paese. Se si sviluppa questo circuito vir-
tuoso di investimenti delle famiglie, ma anche delle im-
prese, e si supera la crisi dell’immobiliare, a questo pun-
to anche l’edilizia potrà riprendere e, di conseguenza, si
sarà voltata la pagina più problematica.
L’Italia è un Paese estremamente diversificato in attività
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