Civiltà del Lavoro, n. 1/2016 - page 56

CIVILTÀ DEL LAVORO
I - 2016
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INTERVISTA
Negli ultimi tempi si è molto parlato dell’accordo di co-
operazione commerciale transatlantico Ue - Usa. Qual
è la vostra posizione in merito? Quali i principali van-
taggi per le imprese Usa e quelle italiane?
Il Ttip (Transatlantic trade and investment partnership),
attualmente ancora in fase di negoziazione, può esse-
re la nuova frontiera degli accordi di libero scambio. Le
motivazioni che ci spingono ad essere favorevoli alla sua
stipula non sono solamente di carattere economico (l’I-
talia avrebbe un beneficio in termini di crescita percen-
tuale del PIL pari allo 0,5% secondo l’ultimo studio effet-
tuato dal World Trade Institute, think tank elevetico), ma
soprattutto a livello di governance economica. Il Ttip per-
metterebbe, infatti, di stabilire degli standard comuni a
livello produttivo con l’intenzione di convergere in futuro
verso un modello condiviso.
Se a ciò si aggiunge anche la volontà di abbattere le tariffe
attualmente in vigore negli scambi commerciali tra Italia
e Stati Uniti si capisce come questo accordo sia strategico
per far sì che gli Usa e la Ue mantengano la leadership
in termini di scambi commerciali e d’investimenti (che
ogni anno raggiungono i 4 trilioni di dollari) consolidan-
do la posizione di “standard-makers”.
Per un’economia come quella italiana fortemente orien-
tata alle esportazioni, il mercato Usa, la cui economia è
orientata ai consumi, è una straordinaria occasione di cre-
scita soprattutto per quelle imprese di eccellenza che rap-
presentano il fiore all’occhiello del made in Italy. Le nostre
multinazionali tascabili, le imprese che operano in nicchie
di eccellenza sono i principali destinatari dei vantaggi del
Ttip, vista la possibilità di aumentare il proprio raggio d’a-
zione a livello commerciale.
Per le imprese Usa, soprattutto con riferimento a quelle
piccole e medie, può valere lo stesso discorso, con l’ac-
cortezza che molte di esse non hanno la stessa attenzio-
ne produttiva e tecnologica dei nostri piccoli campioni
nazionali. Infine, vorrei qui sfatare un mito: le multinazio-
nali Usa, accusate di essere i veri registi di questo Tratta-
to, non hanno bisogno del Ttip per entrare con forza nel
mercato europeo.
La loro stessa struttura organizzativa permette di poter
essere presenti globalmente. Il Ttip è perciò davvero ri-
volto alle Pmi, sarebbe un errore imperdonabile non ap-
provarlo in tempi stretti.
Qual è il valore commerciale degli scambi tra Italia e
Usa? Esistono ulteriori spazi per creare nuove oppor-
tunità di sviluppo economico e di posti di lavoro attra-
verso una interazione virtuosa tra i due paesi?
Nel 2015 l’interscambio commerciale complessivo tra Ita-
lia e Stati Uniti è stato di 60,2 miliardi di euro.
Le esportazioni italiane ammontano a 44 miliardi di eu-
ro, in crescita del 4,6% rispetto al 2014; le esportazioni
americane verso l’Italia ammontano a 16,2 miliardi di eu-
ro in calo del 4,3% rispetto al 2014. Il saldo della bilan-
cia commerciale è perciò positivo per il nostro Paese, a
dimostrazione di come i nostri prodotti abbiano successo
sul mercato americano.
A titolo informativo, l’Italia è il decimo partner per gli
Usa in termini di esportazione con una quota di mercato
del 2%. Le tre principali industrie esportatrici sono qUello
dell’automotive (“Autos & Light Duty Motor Vehicles, Incl.
Chassis”), quella farmaceutica (“Pharmaceutical Prepara-
tions”) e quella del vino.
Se consideriamo le 3F (Food, Fashion and Furniture)
che rappresentano il cuore del made in Italy, queste
tre categorie valgono circa il 23% del totale esportato.
Tutti questi dati ci dicono che esistono ancora ampi margi-
ni di miglioramento per le nostre imprese che intendono
entrare nel mercato americano, purché siano preparate a
farlo sia in termini di prodotto sia in termini organizzativi/
manageriali. Il mercato americano, che ricordo si compo-
ne di 50 Stati, ciascuno con le proprie peculiarità, è mol-
to competitivo e premia quelle aziende che lo affrontano
con cura, pazienza e risorse.
Se ci sono tutte queste caratteristiche allora gli Stati Uniti
possono regalare grandi soddisfazioni.
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