Civiltà del Lavoro, n. 6/2015 - page 86

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INTERVISTA
86
CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2015
Pierluigi Zappacosta
Tecnologia dell’informatica – California
la
silicon valley
parla
italiano
Nel corso della sua vita professionale ha fondato di-
verse realtà. Ma tutto sembra essere iniziato dal suo
trasferimento all’Università di Stanford. Ci racconta?
Per essere precisi, tutto è cominciato quando la mia fi-
danzata, dopo la laurea, ha ricevuto un contratto dal Cen-
tro scientifico dell’Ibm di Palo Alto. Enrica aveva avuto la
brillante idea di iscriversi alla facoltà di scienza dell’infor-
mazione di Pisa, quando questa era stata appena creata.
Era così diventata una delle prime informatiche in Italia
e aveva avuto delle belle opportunità, incluso il contratto
dell’Ibm. Io, invece, mi ero laureato in ingegneria elettro-
nica a Roma. Ci siamo sposati e l’ho seguita in California,
dove mi sono iscritto a Stanford per studiare computer
science, per spirito di emulazione. Non sapevo che Stan-
ford in quel periodo era l’epicentro della rivoluzione del
personal computer. Sposare Enrica, seguirla in California
e studiare a Stanford sono state le decisioni migliori che
ho preso nella mia vita.
Cosa era la Silicon Valley alla fine degli anni Settan-
ta e cosa è oggi?
Nel 1976, quando sono arrivato nella Silicon Valley, la zo-
na era ancora piena di frutteti e aveva varie “fabs”, le fab-
briche specializzate per la produzione di semiconduttori
di “silicon” (silicio), i famosi “chips”. Solo qualche anno
prima l’Intel aveva introdotto sul mercato i primi micro-
processori, tutti disegnati da un italiano, Federico Faggin.
C’era nella zona un gruppetto di entusiasti che aveva for-
mato l’“Homebrew Computer Club” per discutere di co-
me utilizzare i microprocessori per sviluppare i personal
computer e da poco erano apparsi i primi negozi dedicati
specificamente a questi entusiasti: i “Byte Shop”.
Oggi le ditte di software e di hardware dominano il pano-
rama della Silicon Valley. Da molti anni ormai non ci sono
più frutteti e non ci sono neanche più le “fabs”, perché
ormai solo le attività di progettazione di “chips” conti-
nuano nella Silicon Valley, mentre la produzione è tut-
È co-fondatore di Logitech, azienda nota in
tutto il mondo per le periferiche per computer,
che ha inventato e lanciato sul mercato il
mouse. Ha fondato attività innovative nelle
soluzioni di biometria e nelle biotecnologie
anti-invecchiamento. Oggi promuove fondi
di investimento per imprese ad altissima
tecnologia basate in California e in Abruzzo,
sua terra di origine.
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