Civiltà del Lavoro, n. 6/2015 - page 82

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INTERVISTA
CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2015
Inge Schoenthal Feltrinelli
Industria editoriale – Milano
sempre
in
"movimento"
verso il
futuro
La Giangiacomo Feltrinelli Editori è una delle princi-
pali case editrici italiane con librerie presenti pratica-
mente in tutta Italia. Oggi lei ricopre un ruolo onorario,
ma negli anni come ha gestito questa responsabilità?
Sento di aver portato l’intensità e l’entusiasmo che un
gruppo come il nostro ha bisogno giorno per giorno.
Sono stata sempre e dovunque era fondamentale esser-
ci: all’apertura di una libreria, a una tavola di editori, di
autori, di collaboratori, alle fiere internazionali, e in ogni
città di questo nostro Paese.
Ho creduto sempre alla vocazione internazionale della ca-
sa editrice, sia nel portare autori nel nostro Paese, sia nel
portare autori nostri ad autori stranieri.
Se potessi sintetizzare il mio contributo in una parola, direi
che ho portato movimento. E con “movimento” intendo
passione e lungimiranza. Quando lasciamo che la realtà
sia quella che abbiamo trovato, finiamo per condannarci
all’immobilità, alla contemplazione di se stessi, alla con-
servazione. Ho visto cambiare la società e la cultura co-
sì tante volte e ogni volta mi son resa conto che era ne-
cessario essere dove il cambiamento guardava al futuro.
Anche adesso non ho paura. La tecnologia è solo una
stazione di un nuovo percorso, che è appena cominciato.
Stare in movimento significa anche non tirare conclusio-
ni, stare con le porte aperte.
Qual è il maggiore contributo che sente di avere dato
alla casa editrice fondata da suo marito?
L’editoria è cambiata. Può darsi. Ma non smettiamo di
essere fondamentali mediatori culturali. E continuiamo a
stare là dove si accende l’immaginazione e si dispiega la
ricerca. Il nostro compito è e sarà ancora quello di stimola-
re, interpretare, scegliere. Soprattutto scegliere. Sceglien-
do contribuiamo al rinnovamento del gusto. In particolare
quando a guidarci è il criterio dell’eccellenza.
Abbiamo cominciato con autori e opere enormi, che han-
no cambiato anche il senso della qualità popolare della
letteratura. Penso soprattutto a Borìs Pasternàk, con “Il
Dottor Živago” (1957) e a Giuseppe Tomasi di Lampedu-
sa con “Il Gattopardo” (1958).
È presidente di Giangiacomo Feltrinelli Editore.
Ha in catalogo, dal 1955, circa 9.000 titoli e
produce 800 titoli l’anno tra ristampe e novità.
Ha creato una rete di 120 librerie in tutta Italia,
con il marchio Librerie Feltrinelli, e un canale TV.
Occupa circa 2.000 dipendenti.
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