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CIVILTÀ DEL LAVORO

VI - 2016

DOSSIER

È presidente di Dallara Automobili, azienda

da lui fondata dopo le esperienze in Ferrari,

Lamborghini e De Tomaso. È leader a livello

mondiale nella progettazione, produzione

e sviluppo di vetture da competizione. Le sue

vetture hanno vinto numerose gare, tra cui 14

edizioni della 500 Miglia di Indianapolis. Occupa

387 dipendenti, di cui oltre il 40% ingegneri.

AUTO

DA CORSA

DALL’

ANIMA

ELETTRONICA

Prima di diventare imprenditore ha lavorato tanti an-

ni per nomi del calibro di Ferrari, Lamborghini e Ma-

serati. Cosa ha imparato da quelle esperienze che poi

ha trasferito nella sua attività?

In Ferrari ho cominciato a conoscere le categorie di vettu-

re da competizione, la complessità dei diversi componen-

ti, la varietà delle soluzioni tecniche. In Maserati, azienda

che in quel periodo si limitava ad affidare a clienti la par-

tecipazione alle corse, ho cominciato ad essere coinvol-

to nella gestione delle vetture in pista e nei rapporti con

i team. In Lamborghini, azienda nuova senza storia au-

tomobilistica alle spalle, con un team molto giovane ma

con un principale desideroso di realizzare un prodotto di

eccellenza, ho cominciato, attraverso tentativi ed errori, a

progettare una vettura avanzata rispetto alla concorrenza

(la 350 GT); e la Miura, presentata al terzo anno di vita

aziendale, ha rappresentato e rappresenta ancora oggi,

col suo motore posteriore centrale, lo schema di architet-

tura standard per le vetture ad alte prestazioni.

Rispetto a quando ha cominciato a occuparsene, co-

me è cambiato il mondo delle corse automobilistiche?

All’inizio degli anni Sessanta le vetture erano essenzial-

mente meccaniche, non c’era elettronica, l’aerodinami-

ca era solo in funzione della resistenza all’avanzamento.

Lo studio della dinamica del veicolo era agli inizi, le forme

erano una variabile poco rilevante; la sicurezza, sia per i

piloti che per il pubblico, non era tenuta in considerazione.

In 50 anni c’è stata una rivalutazione: i criteri di omologa-

zione che riguardano la sicurezza sono talmente restritti-

vi da guidare il progetto iniziale della vettura; l’aerodina-

mica, attraverso “gallerie del vento” capaci di riprodurre

tutte le condizioni di impiego della vettura e attraverso

programmi raffinati di Cfd (Computional Fluid Dynamic)

viene studiata in funzione del carico orizzontale e vertica-

le ed è diventata l’area di maggior sensibilità per le pre-

stazioni agonistiche; infine, i calcolatori hanno permesso

di sviluppare programmi di simulazione che permetto-

no di ottimizzare la messa a punto, programmi di calcolo

Giampaolo Dallara

Industria automobilistica – Parma