Table of Contents Table of Contents
Previous Page  69 / 74 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 69 / 74 Next Page
Page Background

INTERVISTA

CIVILTÀ DEL LAVORO

IV • V - 2016

69

la pena ricordare la mostra di Domon Ken all’Ara Pacis, la

mostra sulla Scultura Buddista alle Scuderie del Quirinale

a Roma e quella Ukyo a Palazzo Reale a Milano. In Giap-

pone abbiamo organizzato mostre su Leonardo, Botticel-

li e Caravaggio, altrettanto interamente sponsorizzate da

aziende giapponesi, che hanno riscosso un grande suc-

cesso. Come ho accennato prima, dobbiamo continuare a

creare sempre nuove opportunità di conoscenza recipro-

ca e spero che un maggior flusso di turisti italiani possa

facilitare questo processo.

Il Giappone è un paese molto antico, con un sistema

sociale considerate molto stabile. È possibile afferma-

re che la globalizzazione sta avendo un impatto sull’e-

conomia e generando tensioni nel futuro prossimo?

In una certa misura, la risposta è affermativa. Special-

mente nei settori finanziario e in quello dell’occupazione.

Ciononostante, poiché la globalizzazione è un fenomeno

inevitabile, è necessario accettarlo e conviverci, e quin-

di il Giappone sta provando ad adattarsi a questo scena-

rio ponendo in essere misure di stabilizzazione dell’eco-

nomia, del sistema finanziario e di apertura agli scambi

commerciali. Con l’adesione ai trattati TPP e altri accordi

di tipo commerciale, il Giappone sta ottenendo accesso

ad una grande area commerciale integrata. Sotto la guida

del Governatore della Banca Centrale Haruhiko Kuroda e

con l’implementazione dei princìpi e degli strumenti del-

la Abenomics, sono state adottate una serie di misure a

supporto di tutti i settori dell’economia, offrendo così al-

le nuove generazioni opportunità di competere sul nuo-

vo scenario globale. Il Giappone non sarà così più isolato

nel futuro, bensì parte integrante dell’area Asia-Pacifico e

della comunità economica mondiale.

Entrambi i nostri paesi registrano una diminuzione del-

la popolazione nativa e un incremento dell’età me-

dia. I cittadini più avanti in età necessitano di stimoli

culturali e supporti differenti. Come si sta preparan-

do il Giappone per affrontare queste sfide e sfruttare

queste opportunità?

La società dai capelli grigi è una realtà, ma essa è il risul-

tato dei successi ottenuti nel miglioramento della quali-

tà della vita e della salute: se guardiamo ai sessanten-

ni e settantenni moderni è evidente che sono più sani e

attivi rispetto ai loro coetanei delle epoche precedenti.

L’obiettivo, dunque, è quello di come sfruttare e indirizza-

re al meglio le energie intellettuali, la conoscenza e l’e-

sperienza di queste persone.

Il Governo giapponese, secondo le direttive dell’ “Abeno-

mics”, il programma di stimoli e misure a favore dell’e-

conomia messo a punto dal Primo Ministro Shinzo Abe

sta ponendo in essere una serie di misure vote a garanti-

re una migliore qualità della vita e dell’assistenza sanita-

ria agli anziani attraverso l’uso di soluzioni tecnologiche

avanzate e delle intelligenze artificiali.

Va tenuto presente che i cittadini senior rappresentano

un insieme di consumatori che in Giappone vale circa 26

triliardi di Yen. Essi hanno capacità di spesa, gusto e com-

petenza nelle scelte di acquisto.

Made in Japan and made in Italy. Entrambi i brand

sono il frutto di culture molto antiche, valori sociali

e stile di vita. Come potrebbero coesistere meglio e

generare sinergie?

Se teniamo a mente che il Giappone è la terza econo-

mia al mondo e l’Italia l’ottava, e al contempo guardia-

mo al livello di interscambio, ci rendiamo conto che c’è

molto spazio per progredire. Infatti, di recente, si è as-

sistito ad una serie di operazioni di m&a di grande rile-

vanza, quali Ansaldo Sts/Mitsubishi, Birra Peroni/Asahi,

Mitsubishi/Delclima.

Se poi ricordiamo la figura di Yuzo Yagi, il mecenate giap-

ponese della Piramide Cestia, un uomo di affari che ha

fatto la sua fortuna dopo esser venuto in Italia alla ricerca

di prodotti che potessero incontrare il gusto della cliente-

la giapponese, ci rendiamo conto che anche dal lato ita-

liano si potrebbe fare altrettanto.

E così come Yagi e altri imprenditori nipponici sono stati

in grado di far superare ai prodotti italiani quelli francesi

di alta gamma che dominavano il mercato giapponese,

è evidente che con una maggiore interazione bilaterale

e integrazione delle catene del valore entrambi i nostri

paesi ne trarrebbero vantaggio.

Fabio Lancellotti