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CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2016
DOSSIER
È fondatore, presidente e amministratore
delegato di Interpump Group, il maggiore
produttore mondiale di pompe a pistoni
professionali ad alta e altissima pressione
ed uno dei principali gruppi operanti sui mercati
internazionali nel settore dell’oleodinamica.
È presente con 13 stabilimenti produttivi
e 22 sedi in 10 paesi. Realizza l’85% del fatturato
all’estero. Occupa 4.820 dipendenti.
UN
SUCCESSO
CHE
NASCE
DAL
TERRITORIO
Ha cominciato a lavorare alla Bertolini, dove è rima-
sto per diversi anni. Come è nata poi la decisione di
mettersi in proprio? E perché proprio nel settore del-
le pompe a pistoni?
A seguito della decisione della proprietà di trasferire la
società a Parma.
Il mio dissenso fu totale.
L’idea – mai tradotta – mi appariva senza senso, costosa e
pericolosa. La promessa fatta a me stesso che non avrei
mai fatto le valigie, come mio padre per tanti anni è sta-
to costretto a fare, ha fatto il resto.
Non mi restava, come opzione, che diventare padrone
del mio lavoro. Sono imprenditore per caso, in forza de-
gli eventi.
Fra export e acquisizioni il Gruppo Interpump è molto
orientato all’internazionalizzazione. Quali criteri gui-
dano le sue decisioni? E quali sono oggi i mercati più
promettenti?
Il criterio principe è quello di far crescere i settori nei quali
operiamo per poter essere player di dimensione globale.
L’elemento sinergico è il più importante nel ranking di
selezione.
Tutti i mercati sono promettenti: il più difficile come i più
maturi.
Del resto il nostro fatturato è diviso per 1/3 in Europa, 1/3
nelle Americhe e 1/3 nel resto del mondo.
Oggi si parla molto di Industria 4.0. Quale idea si è
fatto al riguardo?
L’idea che si tratta di naturale evoluzione dell’impresa.
Niente di tumultuoso, tutto corre col correre delle tec-
nologie.
Fulvio Montipò
Industria meccanica – Reggio Emilia
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