Civiltà del Lavoro, n. 1/2023

16 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro gennaio • febbraio 2023 Contro i rischi di UN REGIONALISMO INIQUO Intervista a Marco ROSSI DORIA di Brunella GIUGLIANO “Non serve una ‘grande riforma’ calata dall’alto per cambiare la sostanza della vita a scuola, piuttosto indirizzi di buon senso e buon governo” – ne è convinto Marco Rossi Doria, presidente dell’impresa sociale “Con i Bambini” che da anni realizza progetti per contrastare la povertà educativa. Rossi Doria, una lunga storia di insegnamento elementare nelle periferie, già “maestro di strada” nei Quartieri Spagnoli di Napoli, è stato sottosegretario all’Istruzione e ha fatto parte degli esperti chiamati dal ministero dell’Istruzione per l’utilizzo delle risorse del Pnrr per la dispersione scolastica. “Bisogna mettere gli istituti, innanzitutto nelle aree fragili, in condizioni di realizzare una autonomia vera e creare un clima comunitario territoriale, con ogni alleato possibile, che ponga al centro il raggiungere gli alunni che hanno abbandonato o appreso poco, grazie a nuove sfide cognitive nei percorsi di apprendimento che superino un modello d’istruzione vecchio stampo. Senza le agenzie del terzo settore coinvolte su base paritaria questi ragazzi resteranno irraggiungibili” - spiega. A cosa si riferisce? Penso ad una misura generale, compensativa, con la creazione di zone di “educazione prioritaria”, come sono chiamate in Francia, nei luoghi dove c’è maggiore povertà multidimensionale. Va previsto un meccanismo di premialità per chi attua sperimentazioni e attività di innovazione, soprattutto quando queste riescono ad intaccare i divari, a far diminuire le diseguaglianze, a rendere attrattive le scuole in territori difficili. Le potenzialità ci sono. Da non sottovalutare la necessità di un aumento degli stipendi degli insegnanti, che sono tra i più bassi dei paesi Ocse. Che momento vive oggi il mondo della scuola? È complicato, soprattutto per la presenza di due elementi: da una parte la coda delle ricadute che la pandemia da Covid 19 ha avuto sui ragazzi, dall’altra l’aumento delle povertà. In Italia abbiamo 1,3 milioni di bambini e ragazzi in povertà assoluta, un numero che secondo l’Istat si è triplicato negli ultimi dieci anni, a cui se ne aggiungono altri circa 2,3 milioni che vivono in povertà relativa. Vuol dire che un terzo del nostro futuro parte in condizioni di svantaggio. Una voragine che ogni giorno entra nella scuola, che da sola non può farsene carico. Quali saranno gli effetti dell’autonomia differenziata sulla scuola? Se si applica quello che io chiamo “regionalismo iniquo”, gli effetti interesseranno soprattutto il personale e il dimensionamento degli istituti, cioè l’accorpamento di plessi scolastici, generando una difficoltà maggioMarco Rossi Doria

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