Civiltà del Lavoro, n. 1/2023

media europea. Al problema della mancanza di competenze adeguate si aggiunge in Italia anche il peso di una cultura familistica che tende a procrastinare i tempi di entrata nel modo del lavoro e a mantenere più a lungo gli studenti in famiglia. Abbiamo anche la più bassa percentuale di diplomati, la più alta di dispersione scolastica e una altissima percentuale di analfabetismo di ritorno nella popolazione adulta: insomma i numeri della scuola sono davvero da cambiare. Quali sono gli altri dati più significativi emersi dal rapporto “I numeri da cambiare”? La scuola è la più grande Istituzione del Paese con un milione di insegnanti e otto milioni di studenti. Non si può quindi capire la scuola senza i dati e questi ci consentono di comprendere i suoi fenomeni a fondo, andando oltre i luoghi comuni. Ad esempio, si sente spesso dire che il problema degli insegnanti italiani siano gli stipendi bassi. Se prendiamo il dato in sé, fuori contesto, questo è vero ma se lo rapportiamo alle condizioni lavorative allora diventa meno evidente. Soprattutto nel confronto europeo emerge come non esista una carriera dei docenti. La progressione salariale porta l’insegnante italiano a raggiungere, per anzianità e senza mai alcuna valutazione del proprio lavoro, la massima retribuzione dopo 35 anni a fronte dei 12 in Danimarca o dei 20 in Finlandia. I dati dicono inoltre che gli insegnanti italiani, nonostante i bassi salari, sono contenti del loro lavoro per effetto di un “salario invisibile” che invece è molto alto. 11 Civiltà del Lavoro gennaio • febbraio 2023 A dieci anni dalla prima edizione, la Fondazione Rocca, in collaborazione con l’Associazione TreELLLE, ha realizzato il libro “Scuola, i numeri da cambiare”, una fotografia del sistema scolastico in riferimento al quadro europeo ed extraeuropeo. Oggi come ieri sono i numeri a parlare, mostrando, alla luce della comparazione internazionale, uno scenario che riconferma le stesse preoccupazioni. Il libro è a disposizione su numeridacambiare.it dove è anche possibile rivedere l’evento di presentazione del rapporto, tenuto a Roma lo scorso 17 novembre COMPARAZIONE DEL PUNTEGGIO MEDIO NELLE PROVE DI MATEMATICA (SCUOLA PRIMARIA, GRADO 5) Fonte: Rapporto "Scuola, i numeri da cambiare", 2022 185 190 195 200 205 210 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Nord Ovest Nord Est Centro Sud Sud e Isole PRIMO PIANO Secondo molti osservatori, l’autonomia potrebbe ampliare le differenze tra Nord e Sud. Quello che è certo, dati alla mano, è che oggi il sistema centralizzato e uniforme che avrebbe dovuto garantire equità, crea enormi differenze tra le aree del Paese. I dati evidenziano anche che l’ascensore sociale - che la scuola dovrebbe garantire - è invece bloccato. Un altro luogo comune è che l’Italia spenda meno degli altri Paesi per la scuola. Si pensa semplicisticamente che aumentando le risorse possano migliorare i risultati. I dati mostrano che la spesa per studente in Italia è sopra la media europea. Quindi gli scarsi risultati non dipendono dalle risorse economiche. Inoltre nelle scuole del Sud sono stati distribuiti importanti fondi Pon (Programma Operativo Nazionale) e Por (Programmi Operativi Regionali) senza che i numeri siano cambiati. Infine, si sente spesso parlare di classi sovraffollate e sembra che in Italia abbiamo

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