Civiltà del Lavoro, n. 2/2016 - page 45

CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2016
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INCHIESTA
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infatti, la distribuzione delle risorse ordinarie è del tutto
squilibrata a sfavore del Sud.
Nel 2001 si disse che la riforma del Titolo V, grazie al-
la maggiore autonomia delle Regioni, avrebbe por-
tato anche benefici economici. È così o si è trattato
di un errore?
Personalmente ho un giudizio meno severo rispetto a quello
corrente. La riforma presenta alcuni aspetti da correggere
perché ampliando in modo eccessivo le competenze re-
gionali ha creato troppe sovrapposizioni con l’amministra-
zione centrale. Allo stesso tempo, però, sono contrario ad
una nuova ricentralizzazione: va in senso opposto rispet-
to a quanto avviene in Europa e, in linea di principio, non
garantisce una maggiore efficienza dell’intervento pub-
blico. I ministeri non funzionano meglio delle Regioni…
Ma riassegnare allo Stato la competenza su alcune fun-
zioni, come ad esempio fa la nuova riforma del Titolo V
con le infrastrutture strategiche, non potrebbe servire?
In merito a queste ultime è bene che vi siano processi in
grado di portare a decisioni rapide. Tuttavia l’idea di un
“centro” che scavalca le comunità locali e decide come
meglio ritiene, oltre ad essere antica, sfugge alla neces-
sità di costruire il consenso. Imporre le iniziative ai terri-
tori è una cosa molto complessa.
Dalle infrastrutture potrebbe partire un rilancio del
Sud? Oggi si parla del potenziamento della ferrovia
Napoli-Bari, la prossima conclusione dei lavori sull’au-
tostrada Salerno-Reggio Calabria, la riorganizzazione
dei porti e così via.
Per le infrastrutture è decisiva la spesa pubblica. Nel Mez-
zogiorno le grandi infrastrutture di rete procedono con
»
Qual è lo stato di salute del Mezzogiorno?
Lo definirei preoccupante. Il Mezzogiorno proviene da una
crisi lunga e profonda, che si è intensificata a partire dal
2011. L’anno scorso la caduta si è arrestata e oggi osser-
viamo una modestissima ripresa; tuttavia i principali in-
dicatori economici – tasso di occupazione giovanile e tas-
so di crescita del numero di imprese – non sono positivi,
così come gli investimenti pubblici e privati, che nel con-
fronto storico restano su livelli molto contenuti.
Come valuta l’impegno del Governo rispetto ai pro-
blemi del Sud?
Mi sembra un impegno discontinuo e prevalentemente
focalizzato su singole iniziative piuttosto che nel mette-
re a punto un quadro di interventi capace di incidere. Va
evidenziato, inoltre, che le politiche di sviluppo destina-
te al Mezzogiorno sono puramente compensative. Oggi,
Gianfranco Viesti
SERVE
UNA
REGIA
NAZIONALE
Fra disparità nella distribuzione delle risorse e riduzione degli investimenti, negli ultimi anni
il Mezzogiorno, complice anche la crisi, ha visto ulteriormente aggravarsi le proprie condizioni
economiche. Ne abbiamo parlato con Gianfranco Viesti, professore ordinario di economia
applicata all’Università di Bari.
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