Bologna 2021 - Convegno Nazionale "La grande transizione"

Quindi quello che sta succedendo adesso è che, dopo qualche anno che siamo stati quasi cancellati come gruppi editoriali perché eravamo demonizzati, stiamo ritornando a dire: “Signori, la qualità del giornalismo deve essere riconosciuta”. Sicuramente siamo tutti in crisi. È vero che si perdono copie, ma i siti dei giornali sono decuplicati. Abbiamo 43 milioni di audience per i giornali che rappresenta la FIEG. Quindi se uno scrive che perdiamo una copia in edicola, è perché la mattina alle 5.00 qualcuno lo legge sull’iPad. Quindi questo non toglie nulla all’interesse del quotidiano, anche perché poi sappiamo benissimo che tutti vogliono apparire ancora sul quotidiano di carta. Voglio accennare ancora una breve cosa, per riferirmi al ministro Colao. Noi abbiamo fatto la nostra piccola parte, perché l’anno scorso con il Governo abbiamo attuato una nuova legge per i prepensionamenti, la quale consente per ogni due giornalisti che escono, l’obbligo per i gruppi editoriali di assumere un giornalista giovane. Anch’io nella mia azienda, nei prossimi anni, dovrò assumere circa 25 ragazzi, che sono completamente nuovi, con una mentalità diversa. Quindi sono quelli che fanno i filmati, sono quelli che sanno usare il digitale. Si apre una nuova prospettiva. Certo, è un trapasso. Tutti i gruppi editoriali avranno ancora delle difficoltà per i prossimi tre anni. Quindi contiamo sulle istituzioni e contiamo anche sul Governo. MYRTA MERLINO Grazie. In realtà, abbiamo proprio una manciata di minuti, però io farei un secondo giro rapidissimo. Reputo opportuno che i partecipanti alla tavola rotonda diano un secondo punto di vista. La prima cosa che volevo chiedere è sul resto del mondo. L’Italia in che posizione è rispetto a quello che sta accadendo altrove? Siamo in ritardo? Abbiamo delle possibilità diverse? Ieri, per esempio, Lorenzo Sassoli ci diceva della meravigliosa capacità italiana nelle biodiversità, di quanto questo fosse invece un valore aggiunto straordinario. 3. Transizione digitale e giovani 85

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