Il Collegio compie cinquant'anni

Civiltà del Lavoro Il Collegio compie cinquant’anni Gli Speciali di

Civiltà del Lavoro Il Collegio compie cinquant’anni Gli Speciali di

Interventi istituzionali Il Collegio e gli Alumni Archivio storico 4 Esperienza di valorizzazione del capitale sociale della Repubblica Il messaggio di Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica 5 Dare valore al merito di Maurizio Sella Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro 6 C oltivare le intelligenze e rispondere ai cambiamenti di Alfredo Diana Presidente emerito della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro 7 Le tre chiavi del vostro successo, e della vostra responsabilità di Vittorio Colao Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale 14 Un valore per gli studenti e le città universitarie di Vincenzo Salvatore Presidente Conferenza dei Collegi Universitari di Merito 16 Ricercatori, professionisti, dirigenti e imprenditori I percorsi professionali dei Laureati 1974-2020 23 L’eccellenza come dovere a impegni comuni Giorgio Ricci Maccarini Presidente Associazione Alumni Collegio Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” 27 Voce agli Alumni La magistrata, il manager, la giornalista e l’astrofisico 32 Next Generation. I Cavalieri del Lavoro e l’investimento nella formazione di Angelo Ciancarella 36 Cinquant’anni per immagini Indice

4 Il Collegio compie 50 anni Ai Cavalieri del Lavoro viene attribuito un riconoscimento per l’apporto dato, come parte significativa della classe dirigente, al progresso del Paese. Sono lieto che, negli ultimi cinquant’anni, la consapevolezza di un ruolo sociale abbia saputo manifestarsi nel responsabile sostegno alle attività del Collegio universitario Lamaro-Pozzani, a sua volta chiamato a contribuire alla formazione della futura classe dirigente. Costituisce motivo di orgoglio per la Federazione da Lei presieduta l’avere, con lungimiranza, dato vita e sviluppato una esperienza di valorizzazione dei talenti dei nostri giovani che - affiancata a quella degli Alfieri del lavoro - ha partecipato alla selezione di professionalità e capacità che si sono affermate nel mondo delle istituzioni, della pubblica amministrazione, dell’impresa, a vantaggio del capitale sociale della Repubblica. Il messaggio del Presidente della Repubblica Esperienza di valorizzazione del capitale sociale della Repubblica di Sergio Mattarella La stessa nozione di Collegio universitario, con il perfezionamento dei percorsi formativi di ciascuno degli ospiti, in direzione di una trasversalità del sapere e della formazione di una comunità, con le collaborazioni internazionali e i soggiorni all’estero, ne è uscita arricchita, rappresentando un esempio. Agli allievi che si sono formati al Lamaro-Pozzani in questi decenni va il saluto più cordiale. Al Collegio, alla conclusione del cinquantesimo anno accademico, che ha visto la significativa presenza di studenti ospiti profughi dall’Afghanistan, gli auguri per l’importante traguardo raggiunto, nell’auspicio di un impegno sempre più fecondo a suo sostegno. Sergio Mattarella

5 Il Collegio compie 50 anni Nel dare vita, nel 1971, all’allora Residenza Universitaria “Lamaro Pozzani”, i Cavalieri del Lavoro sono stati ispirati da un semplice quanto fondamentale principio: dare valore al merito. Gli esiti dell’indagine sui percorsi professionali dei laureati del Collegio, che ora avete nelle pagine che seguono, documentano con l’asciutta verità dei numeri il successo di quella intuizione. Tempi di inserimento brevissimi nel mondo del lavoro, carriere di rilievo nel mondo delle professioni, della pubblica amministrazione e dell’università, posizioni apicali nelle magistrature, negli organi costituzionali e in organismi internazionali, e – per più di quattro laureati su dieci – solidi percorsi nel mondo dell’impresa: i dati dell’indagine sono la cartina di tornasole di una scommessa vinta. Si badi, vinta non solo da chi mezzo secolo fa ha creduto nella validità di questa impresa educativa o da chi, con liberalità e visione, ha continuato nel tempo a farla crescere. Quella del Collegio è una scommessa vinta dal Paese. Per quanto piccolo, ogni contributo indirizzato a preparare al meglio la futura classe dirigente non si esaurisce nella biografia dei singoli, ma concorre a rendere più fertile e ricca l’intera trama del tessuto civile, sociale ed economico in cui essi andranno a operare. Agire per arricchire il futuro dei giovani equivale ad agire per arricchire il futuro di tutti. L’intervento del Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Dare valore al merito di Maurizio Sella Concepito per chi eccelle nello studio, a prescindere dalla condizione sociale di provenienza, il Collegio non è mai stato solo un luogo di studio ma una comunità nella quale si incrociano le testimonianze di chi ha raggiunto posizioni di rilievo nel mondo del lavoro con le ambizioni di chi si sta formando per poter avere, in futuro, un ruolo da protagonista. Esperienze internazionali, stage, visite nei distretti produttivi, confronto continuo con personalità del mondo istituzionale, culturale, artistico e, naturalmente, con i Cavalieri del Lavoro, si intrecciano con i singoli percorsi di studio per favorire lo sviluppo di un’attitudine: l’attitudine a fare e a fare bene. Esprime bene il senso di questa attitudine una delle nostre laureate nell’intervista pubblicata nelle pagine a seguire. A proposito degli anni trascorsi al “Lamaro Pozzani” dice: “C’era il gusto di fare le cose bene. Ecco, questa è una delle caratteristiche peculiari del Collegio: in residenza qualsiasi cosa si faccia deve essere fatta bene, con impegno e serietà”. “Me l’ovrare appaga” è il motto del nostro Ordine. Leggere queste parole è la migliore conferma di quanto, attraverso il Collegio, siamo riusciti a trasferirne lo spirito a generazioni di ragazzi e, così facendo, a donne e uomini consapevoli dei propri mezzi e, perciò stesso, delle proprie responsabilità. Maurizio Sella INTERVENTI ISTITUZIONALI

6 Il Collegio compie 50 anni Il saluto del Presidente emerito della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Coltivare le intelligenze e rispondere ai cambiamenti di Alfredo Diana Pubblichiamo la trascrizione della video intervista al Cavaliere del Lavoro Alfredo Diana realizzata in occasione della celebrazione del 50° anniversario del Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” Le scuole di élite non esistono solo in Italia, però da noi era considerata una novità. “Voi vi occupate solo di un numero ristretto di persone”, ci dicevano. In effetti sì, la residenza è per un numero ristretto di persone, però le intelligenze particolari non sono centinaia, sono alcune decine. Di queste bisogna fare l’uso che se ne può fare. Mi sembrava una cosa giusta. Mi piace ricordare Giovanni Cavina. Era veramente il pater familias e i ragazzi gli volevano bene come a un padre, non era il professore, non era l’uomo al di sopra degli altri, era il padre di famiglia e ci voleva anche quello, naturalmente. Ha avuto il merito di aver influito sull’organizzazione dei Cavalieri del Lavoro, non tutti erano d’accordo sulla necessità di istituire il Collegio perché, per nostra fortuna, molti dei Cavalieri del Lavoro sono veramente dei self-made men, si sono fatti da soli senza studi particolari, senza preparazione particolare. L’idea quindi di una classe favorita, a loro sembrava quasi una cosa da non fare. Ma io dicevo: “Tu hai avuto la fortuna di saperlo fare, di poterlo fare, ma non tutti hanno avuto questa fortuna o questa capacità”. Dobbiamo riconoscere che anche i tempi sono cambiati, sono più difficili. Oggi per riuscire ci vuole una preparazione più solida, c’è più concorrenza. Ma chi si è fatto da solo, queste cose bisogna che le capisca. Abbiamo avuto alcuni Cavalieri del Lavoro che si sono entusiasmati della residenza e che ci hanno dato una buona mano anche negli anni difficili e questo credo che sia anche un riconoscimento alla Federazione. Ma i ragazzi hanno potuto usufruire di aiuti per gli studi, per i viaggi all’estero, per la formazione. Tutto questo fa parte del bagaglio del passato, però dobbiamo riconoscere che, per fortuna, quasi tutti i Cavalieri del Lavoro hanno dato un contributo. Alcuni hanno dato dei contributi anche molto più generosi di altri. In definitiva, adesso lo riconoscono tutti, è stata una buona idea e che vale la pena di portare avanti. Sono contento che ha avuto successo, sono contento che continui, spero che continuerà. È che bisogna adattare il passo alla strada da percorrere, oggi abbiamo a che fare con una società più evoluta, e questo va tenuto presente nello sviluppo del Collegio dei Cavalieri del Lavoro. Alfredo Diana con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della consegna del collare di Decano della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro

7 Il Collegio compie 50 anni L’intervento del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale Le tre chiavi del vostro successo, e della vostra responsabilità di Vittorio Colao Pubblichiamo una sintesi dell’intervento del ministro Vittorio Colao tenuto in occasione della celebrazione del 50° anniversario del Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” Voi ragazzi siete il motore del futuro, non siete il futuro, sarete il motore del futuro, quello che farà andare avanti l’evoluzione, la trasformazione, il progresso, il cambiamento sociale. E le vostre competenze sono l’energia di quel motore. Credo che la vostra esperienza qui sia un’opportunità preziosa perché il Collegio ha tre caratteristiche che penso siano molto importanti, tre motivi su cui dovrete continuare a riflettere nella vostra vita professionale, qualunque essa sia. La multidisciplinarietà nella formazione è molto importante perché porta a più resilienza, più varietà, più capacità di apprendere, di fare connessioni. Essa favorisce, cioè, la capacità di continuare ad apprendere. Il mondo per come è adesso sta non solo accelerando il tasso del cambiamento ma sta anche aumentando il tasso di interconnessione tra argomenti, quindi avere fin dagli anni più importanti, più formativi, questa capacità di essere trasversali sarà importante per il vostro futuro e per la vostra vita professionale. Ma soprattutto sarà importante anche per la società in cui lavorerete. Ho fatto la gran parte della mia vita da gestore, da amministratore, e vi posso dire che, obiettivamente, il mondo ha sempre più bisogno di questa multidisciplinarietà. Era più facile per la mia generazione essere uno specialista, essere molto bravo in qualcosa, poteva essere la finanza, la fisica, la legge o la filosofia e poi, con quello, stabilire un percorso di qualità per se stessi. Adesso le interrelazioni stanno diventando molto più importanti e molto più difficili da valutare. Qui siete nel cuore del posto dove questa filosofia è presente. Vi do un esempio per tutti: l’intelligenza artificiale, di cui tutti parlano, non è solo tecnologia. Ovviamente ci dobbiamo porre il tema di chi la svilupperà, come far sì che si possa sviluppare, che tanti la possano sviluppare, ma ci sono dei grossi temi filosofici, etici, morali. Uno dei dibattiti che ho avuto di recente è stato sul fatto che adesso che cominciano ad esserci gli applicativi che ti possono consigliare come interagire con altre umani, per esempio ti dicono se è meglio avere a che fare con uno che non è capace di gestire una riunione, una persona, o se è meglio che una macchina molto intelligente, molto esperta, gestisca la relazione, la riunione, al posto di un umano. La prima caratteristica è la multidisciplinarietà. Vittorio Colao INTERVENTI ISTITUZIONALI

8 Il Collegio compie 50 anni Questo sembra un tema molto teorico, ma quando si tratta di assumere persone diventa molto importante. Quando si tratta di gestire la carriera, diventa molto importante. Quando si tratta di gestire la fine della carriera di qualcuno, diventa molto importante. Dov’è il bilanciamento, dov’è il limite? Chi ha la responsabilità delle conseguenze? Chi raccoglie i dati, chi fa il training dell’Artificial Intelligence, chi sviluppa i moduli o ce l’ha chi li utilizza alla fine? Dove mettiamo i confini? Questo non si risolve con una sola disciplina in profondità, questo deve richiedere un’integrazione molto ampia. Stamattina venivo in treno e riflettevo su una cosa che, veramente mi ha fatto aprire di nuovo il cuore. Avrete letto ieri di un ingegnere di Google che è stato sospeso perché ha detto che la chatbot di Google ha sentimenti, cioè che riconosce un pattern di sentimenti. Devo dire che ho avuto la reazione di uno che ha fatto il liceo classico e che si ritiene abbastanza colto, sbagliando, e ho pensato che era il solito ignorante che non ha studiato niente e che confonde avere coscienza con il dare semplicemente una risposta meccanicamente giusta. Dopodiché stamattina venivo in treno e su un giornale inglese vedo che l’Astronomer Royal, Lord Martin Rees, che è un personaggio enorme nel mondo della fisica e dell’astronomia, intervistato dal giornalista che gli chiede cosa ne pensa di questo episodio, risponde che gli sembra molto più rilevante il fatto che noi cominciamo a pensare che nell’universo non siamo soli, non nel senso che ci sia altra vita, ma nel senso che ci sono intelligenze robotiche artificiali. Perché è probabile che ci siano altre civiltà che nello spazio-tempo, prima di noi, si sono sviluppate ed estinte ma che hanno lasciato dietro di sé dei sistemi di intelligenza artificiale. Questo non è detto da uno che scrive libri di fantascienza, ma lo dice l’Astronomer Royal, un personaggio di livello. Questo mi ha cominciato a far pensare che quando ho dato dell’ingenuo all’ingegnere di Google, forse dovevo cominciare a entrare anche io in altre dimensioni. Ecco, la bellezza di fare queste connessioni sarà sempre più importante. La multidisciplinarietà per voi, quella che state imparando qua al Collegio, è importante che la manteniate e la coltiviate nel corso della vita perché vi sarà molto utile per riuscire a capire situazione, forse un po’ prima di altri. Vittorio Colao e Maurizio Sella

9 Il Collegio compie 50 anni Qui vi chiedono di essere internazionali, di parlare più lingue, di andare all’estero, di fare esperienze all’estero e, diciamolo, questo avviene in un Paese che non è forte da questo punto di vista. In Italia siamo 20 punti dietro rispetto ai migliori paesi europei in profession di inglese, siano 10 punti dietro anche ai meno bravi e in generale, siamo un paese molto conservatore, molto inward looking, come si dice in inglese, molto introverso, forse perché abbiamo un grande passato ma anche perché non sappiamo e non volgiamo, a volte, leggere molto gli altri mondi. Perché quindi è importante l’internazionalità? Vi sarà importante per due cose: primo, per acquisire informazioni più in fretta e meglio, la capacità di andare alla fonte di una informazione e non semplicemente basarsi su altri che te la ripetono magari di seconda, terza, quarta, quinta versione, quindi non necessariamente accurata e questo in un mondo che va molto veloce è essenziale perché si rischia altrimenti di rimanere indietro. Soprattutto, però per la capacità di fare una cosa importantissima, che credo sia la forma mentis richiesta oggi ma che sarà ancora più richiesta domani, che è la forma mentis di chi vuole, e qui gli imprenditori sono particolarmente bravi. Fare confronto e contrasto tra situazioni, quello che in inglese si chiama il compare and contrast, che è alla base, fondamentalmente di tante innovazioni, di tante capacità che sono state sviluppate, perché andando all’estero, capendo, domandandosi perché un sistema giuridico è diverso da un paese all’altro, un sistema scolastico, un modo di vendere, un modo di fare ricerca, un esperimento, facendo in maniera sistematica il confronto e il contrasto, nascono le idee da cui poi nasce l’innovazione. Penso che questo sia un concetto molto importante. Il vostro merito, il vostro valore è quello che porterà alla carriera il 41% che farà il manager o l’imprenditore, chi farà carriera accademica, chi diventerà rettore, chi farà professioni di qualunque tipo e lo farete con successo. Lo farete con successo fondamentalmente per due cose: una è l’impegno che ci metterete, le famose 10 mila o 15 mila. Sappiate che in qualunque campo, chi vuole succedere deve impiegare almeno 10 mila ore su una cosa, che sia un saltatore in alto, un ricercatore o uno che scrive codice. La seconda caratteristica è l’internazionalità. Poi c’è un terzo elemento, che è il concetto del merito e del valore. Celebrazione del 50° anniversario del Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro "Lamaro Pozzani", Roma 14 giugno. Il tavolo dei relatori INTERVENTI ISTITUZIONALI

10 Il Collegio compie 50 anni Con meno di 10 mila ore non si è ai massimi livelli di qualità. Qualcuno adesso mi dice 15 mila, perché sta aumentando. Questo è valore etico, cioè l’impegno, la fatica, il sudore, questo è il vero valore che dovrete difendere. Il vostro capitale è l’impegno che avrete messo nel fare queste cose e che saranno diverse perché qualcuno farà il manager, qualcuno qualcos’altro. L’altra cosa, lo citava il Presidente Diana, è un merito intrinseco che evidentemente avete. Queste tre cose sono molto importanti: multidisciplinarietà, internazionalità e valore perché vi riconoscerete, riconoscerete quelli come voi, saprete assumere, quando sarete in grado di assumere, quelli come voi o fargli fare le tesi di laurea o farli diventare giovani professori o giovani professionisti, e questo è un meccanismo virtuoso che porta avanti le società. Il Collegio universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” è una comunità che si impegna affinché i suoi giovani possano un giorno contribuire al miglioramento delle istituzioni, delle imprese e della Pubblica amministrazione. Ed è questo spirito di servizio nei confronti della società che ha fatto da fil rouge agli interventi della cerimonia conclusiva tenutasi il 14 giugno a Roma presso la sede di via Saredo. Una giornata impreziosita dalla presenza del ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale Vittorio Colao, Cavaliere del Lavoro nel 2014, che è intervenuto sulle peculiarità del modello educativo del Collegio. Ad aprire i lavori è stato il presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Maurizio Sella, il quale, oltre a rivolgere il proprio saluto agli studenti, ha letto il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le sue parole di profondo apprezzamento per il “responsabile sostegno” dei Cavalieri alle attività del “Lamaro Pozzani”. “Quella del Collegio è una scommessa vinta dal Paese – ha aggiunto Sella –. Per quanto piccolo, ogni contributo indirizzato a preparare al meglio la futura classe dirigente non si esaurisce nella biografia dei singoli – ha affermato Sella – ma concorre a rendere più fertile e ricca l’intera trama del tessuto civile, sociale ed economico in cui essi andranno a operare”. Successivamente ha preso la parola la presidente della Commissione per le attività di formazione Linda Orsola Gilli, che ha illustrato il lavoro svolto durante l’anno: dal corso di cultura per l’impresa Valerio e Clara Gilli a quello di Global studies per gli studenti delle lauree magistrali, dai corsi di lingue a quello sulla lettura del bilancio aziendale, di nuova introduzione. E poi ancora seminari e incontri con importanti personaggi delle istituzioni, della politica e delle imprese, nonché ulteriori iniziative volte a supportare l’ingresso dei laureati nel mondo del lavoro, come il programma di mentoring curato in collaborazione con l’Associazione Alumni del Collegio. A seguire il coordinatore del Comitato scientifico del Collegio Sebastiano Maffettone ha posto l’accento sull’importanza della trasmissione di valori e sul passaggio di testimone che il “Lamaro Pozzani” in qualche modo rappresenta fra chi ha già dato il proprio contributo al Paese e chi invece si appresta a farlo. Il tutto senza tralasciare lo spirito di solidarietà che permea la comunità degli studenti. Il presidente dell’Associazione Alumni del Collegio Giorgio Ricci Maccarini ha infine richiamato il senso di fiducia nel futuro che contraddistingue gli allievi del “Lamaro Pozzani”. Già emerso nell’indagine svolta dall’Istituto Ispos dopo la pandemia e presentata all’ultimo convegno nazionale della Federazione, l’ottimismo, ha affermato Ricci Maccarini, è l’ingrediente fondamentale per cambiare le cose e contribuire a ridurre le tante diseguaglianze presenti nel mondo. La giornata si è infine conclusa con la presentazione delle matricole e dei vincitori del bando per i dottorandi del Collegio. La cerimonia conclusiva del 50° anno accademico 2021-2022

11 Il Collegio compie 50 anni C’è però un corollario. Queste opportunità preziose e queste tre grandi caratteristiche, nella vita, vengono legate al fatto che siete una parte minoritaria, una élite del merito. Appartenere a questa minoranza di selezionati non vi deve far sentire speciali nel senso di avere più diritti di altri o di essere diversi, c’è in realtà anche un dovere in più. La parola senso del dovere in italiano è brutta o è più pesante, in inglese si dice sense of duty. Come ha detto il Presidente della Repubblica nel suo messaggio, si tratta di quel dovere di contribuire a fare che sì abbiate una carriera di successo, una vita di successo. Ma anche a contribuire al contesto in cui siete. Il messaggio con cui vorrei concludere è: multidisciplinarietà, internazionalità, difesa del valore intrinseco dell’impegno e del lavoro, che sono cose molto importanti, ma anche sense of duty e impegno sociale. In inglese non si dice o non si dovrebbe dire “io sono il Ministro” o “sono l’Amministratore Delegato”, si dice “I serve as Minister”, “I serve as CEO”. C’è un concetto di servizio. Oggi vi faccio i complimenti e gli auguri per una bella vita professionale ovunque voi siate nel percorso qui al Collegio, ma soprattutto vi faccio gli auguri di poter fare anche una bella vita di servizio con tanta passione e tanto riconoscimento dalle persone che avete attorno. Linda Gilli Celebrazione del 50° anniversario, gli allievi del Collegio INTERVENTI ISTITUZIONALI

Il Collegio e gli Alumni

14 Il Collegio compie 50 anni IL COLLEGIO E GLI ALUMNI Un valore per gli studenti e le città universitarie di Vincenzo Salvatore, Presidente Conferenza dei Collegi Universitari di Merito I collegi universitari legalmente riconosciuti sono definiti dall’art. 5, comma 3, lettera f, della legge di riforma del sistema universitario del 30 dicembre 2010, n. 240 (c.d. legge Gelmini) quali “strutture a carattere residenziale, di rilevanza nazionale, di elevata qualificazione culturale, che assicurano agli studenti servizi educativi, di orientamento e di integrazione dell’offerta formativa degli atenei” nel rispetto dei requisiti e degli standard minimi a carattere istituzionale, logistico e funzionale necessari per il riconoscimento e il successivo accreditamento da parte del ministero dell’Università e della Ricerca. L’art. 15 del D. Lgs. 29 marzo 2012, n. 68, precisa poi che ai collegi universitari legalmente riconosciuti è assegnato il compito di perseguire la valorizzazione del merito e l’interculturalità della preparazione, assicurando a ciascuno studente, sulla base di un progetto personalizzato, servizi educativi, di orientamento e di integrazione dei servizi formativi. Con il riconoscimento ministeriale il collegio universitario acquisisce la qualifica di “collegio universitario di merito”. Compito precipuo dei Collegi di merito riconosciuti è quello di sostenere gli studenti meritevoli, anche se privi di mezzi, concorrendo così a realizzare l’obiettivo sancito dalla nostra Costituzione (art. 34, comma 3). La rete italiana dei collegi universitari di merito è oggi costituita da 54 collegi universitari presenti in 17 città italiane (Torino, Genova, Milano, Pavia, Brescia, Padova, Verona, Trieste, Modena, Bologna, Perugia, Roma, Napoli, Bari, Catania, Palermo e Cagliari), gestiti da 19 enti (prevalentemente fondazioni) che non perseguono fini di lucro. I collegi universitari di merito rappresentano e devono continuare a rappresentare per le città universitarie e per gli studenti che scelgono dove studiare un valore e un elemento di attrazione. L’ammissione che avviene solo per meriti scolastici, le borse di studio che coprono una parte consistente delle spese, i tutor che seguono gli studenti durante il percorso di studio, insieme alla formazione, agli incontri e agli scambi culturali anche internazionali, sono tutti elementi che caratterizzano i collegi univeristari di merito, valorizzando l’esperienza universitaria e agevolando l’ingresso nel mondo del lavoro. Non è un caso che il 95,3% dei collegiali concluda gli studi nei tempi previsti e il 97,5% abbia un lavoro a un anno dalla laurea. Il 47% dei collegiali segue corsi di laurea in area Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics), a fronte di una media nazionale del 24%, mentre il 16% appartiene all’area medica. I collegi hanno sempre registrato negli ultimi anni un aumento delle richieste di ammissione. Vincenzo Salvatore

15 Il Collegio compie 50 anni IL COLLEGIO E GLI ALUMNI Gli studenti universitari sono oltre 1,7 milioni di cui oltre 500mila fuori sede. Di questi 244mila circa sono beneficiari di borse di studio. Considerato che i posti disponibili in studentati universitari e collegi sono circa 40mila, emerge che oltre 250mila fuori sede, non percependo borse di studio, vivono in appartamenti in affitto, senza percepire borse di studio, con spese comprese tra i 6.500 e gli 8mila euro all’anno. La Conferenza dei Collegi Universitari di Merito (CCUM), che è l’associazione alla quale aderiscono gli enti gestori dei collegi universitari di merito, ha il compito di promuovere il ruolo dei collegi e di rappresentarne e tutelarne gli interessi nei rapporti con gli interlocutori istituzionali. L’esperienza gestionale maturata dai collegi universitari di merito e il patrimonio culturale che li contraddistingue nel contesto della residenzialità universitaria, portano oggi la CCUM a ritenere che i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza debbano essere utilizzati per realizzare iniziative che consentano di aumentare il numero dei laureati nel nosto Paese e il miglioramento dell’offerta formativa. È essenziale tuttavia che le risorse siano impiegate per la creazione di nuove strutture residenziali che tengano in debita considerazione standard e requisiti che incidono sulla qualità dell’esperienza universitaria, come la presenza di moderne attrezzature informatiche, di aule studio e biblioteche, di servizi di ristorazione, nonché di palestre e di impianti sportivi che consentano oltre all’ospitalità alberghiera, la valorizzazione del capitale umano attraverso la promozione di occasioni di crescita interpersonale e di esperienze di comunità. Bari: Collegio Universitario di Merito Poggiolevante. Bologna: Camplus Alma Mater; Camplus S. Felice; Torleone. Brescia: Collegio Universstario Luigi Lucchini di Brescia. Catania: Camplus Catania; Residenza Universitaria Alcantara. Genova: Collegio Capodiferro; Collegio Delle Peschiere. Milano: Camplus Citt Studi; Camplus Turro; Camplus Lambrate; Collegio di Milano; Collegio Torrescalla; Collegio Torriana; Collegio Viscontea; MilanoAccademia; Castelbarco. Modena: Collegio San Carlo. Napoli: Collegio Universitario Monterone; Collegio Universitario Villalta. Padova: Residenza Isabella Scopoli; Residenza Giuseppe Tosi;. Residenza Job Campus. Palermo: Camplus Palermo; Residenza Universitaria Rume. Pavia: Almo Collegio Borromeo; Collegio Ghislieri; Collegio Ca’ della Paglia; Collegio Nuovo - Fondazione Sandra e Enea Mattei; Collegio Universitario S. Caterina da Siena; Residenza Universitaria Biomedica; Collegio F.lli Cairoli. Roma: Collegio “Lamaro Pozzani”; Camplus Roma; Residenza Giuseppe Tovini; Collegio Universitario “Villa Nazareth”; Collegio CUIR; Collegio Celimontano; Collegio Porta Nevia; Collegio RUI. Torino: Camplus Bernini; Fondazione “Collegio Universitario di Torino Renato Einaudi” Sezione Crocetta; Sezione Mole Antonelliana; Sezione Po; Sezione San Paolo; Sezione Valentino. Trieste: Collegio Rivalto. Verona: Residenza Ferrari Dalle Spade; Residenza R. Gentilin; Collegio Clivia. Mappa collegi Italia I 54 Collegi Universitari di Merito in Italia. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati CCUM, 2020.

16 Il Collegio compie 50 anni IL COLLEGIO E GLI ALUMNI L’indagine sui percorsi professionali dei laureati del Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” si pone come obiettivo di documentare la validità dell’esperienza formativa degli studenti maturata all’interno del Collegio, in relazione al raggiungimento di posizioni di responsabilità in ogni ambito lavorativo. L’offerta formativa del Collegio, che si è negli anni evoluta adeguandosi alle nuove esigenze curriculari degli studi universitari, assicura un’esperienza culturale e umana aggiuntiva rispetto ai corsi universitari istituzionali caratterizzata da varietà di contenuti e da rigore scientifico e diretta a suscitare curiosità e senso critico. Le attività formative integrative del Collegio sono pari a 425 ore per anno accademico. Particolare impegno è richiesto per la frequenza del Corso di Cultura per l’impresa e sul Corso di Global Studies. Gli studenti delle lauree triennali frequentano il Corso Cultura per l’impresa “Valerio e Clara Gilli”. Articolato in tre anni, il corso si propone di dare un quadro di riferimento per la comprensione del funzionamento del sistema economico-industriale e delle attività di gestione delle imprese. Agli studenti delle lauree magistrali si indirizza, invece, il Corso “Global Studies: politica, economia e cultura”. Articolato in due anni si propone di stimolare la riflessione su alcuni aspetti fondamentali dello scenario globale e dell’impatto della globalizzazione sull’economia e sui sistemi produttivi. Anche l’approfondimento delle lingue straniere viene considerato una priorità, affinché gli studenti raggiungano una conoscenza avanzata in particolare dell’inglese, ormai necessaria per esercitare qualsiasi professione. All’inglese obbligatorio si aggiunge - e viene sollecitato - lo studio facoltativo di altre lingue straniere a scelta dello studente. I corsi di lingue, tenuti da insegnanti madrelingua, coprono tutte le esigenze di un percorso formativo completo e sono finalizzati al conseguimento di adeguate certificazioni, per l’inglese l’IELTS di livello C1. L’indagine che presentiamo ha preso in considerazione tutti i 584 laureati del Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” tra il 1974, anno di prima “produzione” di laureati e il 2020. Per alcuni di essi non è stato possibile recuperare informazioni utili, per cui la popolazione effettiva oggetto dell’indagine è stata di 528 laureati. Le informazioni raccolte nel corso di questa indagine sono state reperite nel periodo che va da settembre a dicembre 2020 e i dati sono aggiornati al febbraio 2021. Per ciascuno dei laureati si è proceduto a individuare l’attuale posizione professionale attingendo al database della ricerca svolta nel 2012 per la realizzazione dell’Annuario dei Laureati e ai relativi aggiornamenti. Inoltre, sono state ricercate informazioni più attuali ed aggiornate in rete, principalmente su Linkedin, il social network più diffuso in ambito business. Infine, laddove ritenuto necessario, sono state condotte verifiche mirate dell’attuale posizione professionale con contatti diretti con singoli laureati, laddove ritenuto necessario. Al fine di comprenderne i destini professionali, i laureati sono stati raggruppati, nella Tabella I, in macrocategorie per settore di attività in relazione alle posizioni attualmente ricoperte: Impresa, Ricerca, Alta Burocrazia (Organi Costituzionali – Alte Magistrature – Istituzioni Monetarie – Organizzazioni Internazionali), Libere professioni, Pubblica Amministrazione, Professioni sanitarie, Altri. È stata poi operata una suddivisione dei laureati del Collegio in tre fasce temporali ciascuna di quindici anni, in base all’anno di conseguimento della laurea. Tipologia delle professioni intraprese I percorsi professionali dei Laureati 1974-2020 Ricercatori, professionisti, dirigenti e soprattutto imprenditori L’indagine

17 Il Collegio compie 50 anni IL COLLEGIO E GLI ALUMNI Da questa analisi si evidenzia come la maggior parte dei laureati sia occupata nel settore dell’impresa (41,7%). Un terzo di essi, in particolare, ricopre posizioni apicali, essendo ripartito tra le categorie “imprenditori - top manager” e “alta dirigenza aziendale”. I laureati del Collegio che rivestono il ruolo di imprenditori e manager apicali rappresentano l’8,7% del totale, con un trend che – probabilmente per ragioni anagrafiche – appare in calo osservando le tre coorti evidenziate nella Tabella I. Un interessante spunto di comparazione in merito proviene dallo studio condotto per la prima volta in Italia da AlmaLaurea (consorzio interuniversitario che rappresenta 76 Atenei e circa il 90% dei laureati complessivamente usciti, ogni anno, dal sistema universitario italiano) in collaborazione con Unioncamere e il dipartimento di scienze aziendali dell’Università di Bologna, che ha inteso fornire una fotografia dello stato dell’arte delle iniziative imprenditoriali realizzate in oltre vent’anni dagli studenti universitari e dai laureati nel nostro paese. Dal confronto tra i 2.891.890 laureati tra il 2004 e il 2018 della banca dati AlmaLaurea e le 236.362 imprese da essi avviate tra il 1995 e il 2019 (il 2,2% del totale delle imprese create nel periodo), si rileva che il 7,1% dei laureati (poco più di 205 mila), risulta “fondatore d’impresa”, ovvero possiede al momento della creazione una quota di capitale e ricopre una carica di titolare o amministratore. Nel 37,1% dei casi l’impresa è stata creata prima del conseguimento della laurea, mentre nel 62,9% è avvenuto successivamente (27% entro il terzo anno dalla laurea). Particolare rilievo riveste il dato relativo alla continuità delle attività imprenditoriali avviate: il 56% risulta ancora iscritto nel registro delle imprese, una performance nettamente migliore del 16,8% relativo al totale delle imprese ancora operative fondate nello stesso periodo. TABELLA I Suddivisione dei 584 laureati del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” per tipologia di professione (per anno di Laurea) Laureati Anni 1974 1989 Anni 1990 2004 Anni 2005 2020 Totale Impresa Imprenditori e Manager Apicali 23 17 6 46 220 41,7% Alta dirigenza aziendale 11 9 10 30 Posizioni dirigenziali intermedie 28 41 66 135 Altre posizioni aziendali 0 4 5 9 Ricerca Professori Universitari 17 32 12 61 100 18,9% Centri di Ricerca e Attività di Ricerca 7 11 21 39 Organi Costituzionali - Alte Magistrature - Istituzioni Monetarie - Organizzazioni Internazionali Banca d’Italia, Banca Centrale Europea e Istituzioni Monetarie 8 6 6 20 66 12,5% Diplomazia, Organismi Internazionali e Commissione Europea 5 9 4 18 Alte Magistrature (Avvocatura dello Stato, Consiglio di Stato, Corte dei Conti) - Magistratura 8 8 1 17 Organi Costituzionali (Camera, Senato, Corte Costituzionale) - Authority e assimilati 6 4 1 11 Libere professioni Libere professioni (Avvocati, Notai, Commercialisti) 19 23 12 54 54 10,2% Pubblica Amministrazione Pubblica Amministrazione Centrale 7 16 4 27 30 5,7% Amministrazione Enti Locali 1 2 0 3 Professioni sanitarie Medici e Dirigenti di Strutture Mediche 9 2 13 24 24 4,5% Altri Altre posizioni 3 10 8 21 21 4% Corsi di specializzazione e formazione post-laurea 13 13 13 2,5% Totale Laureati rilevati 152 194 182 528 528 100,00% Non presenti in annuario 1974-2012 / non rilevati 30 23 3 56 Totale Laureati 182 217 185 584

18 Il Collegio compie 50 anni IL COLLEGIO E GLI ALUMNI Grafico I Suddivisione dei 584 laureati per tipologia di professione (per anno di Laurea) valori in % Impresa | 41,7 Ricerca | 18,9 10,2 | Libere Professioni 12,5 | Organi costituzionali - alte magistrature - istituzioni monetarie organizzazioni internazionali 5,7 | Pubblica amministrazione 4,5 | Professioni sanitarie 2,5 | Corsi di specializzazione e formazione post-laurea 4 | Altri Ritornando ai laureati del Collegio ed estendendo lo sguardo alle altre categorie professionali, e includendo quindi oltre alle imprese anche il mondo dell’Università della Ricerca e dell’Alta Burocrazia (gli organi costituzionali e le alte magistrature, le istituzioni monetarie e organizzazioni internazionali), si evidenzia come in tali ambiti vi siano complessivamente occupati 386 laureati pari a circa il 73% dei laureati del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani”. Qualora si escludessero da questo computo le posizioni di middle management nelle imprese, per restringere il campo ai profili più elevati, si perverrebbe a 242 posizioni pari al 46% dei laureati del Collegio. Questo dato evidenzia come l’impegno dei Cavalieri del Lavoro nel sostegno alla formazione di eccellenza contribuisca in modo significativo alla definizione di profili di laureati competitivi sul mercato del lavoro. Risulta così confermato un obiettivo di lungo periodo dell’iniziativa formativa dei Cavalieri del Lavoro e cioè di contribuire a formare un ceto dirigente che sia in grado di coniugare le competenze proprie dei diversi ambiti professionali con la cultura d’impresa. La Tabella II riporta la suddivisione dei laureati in otto gruppi di appartenenza, in relazione al livello di posizione professionale raggiunto 1. I laureati dal 1974 al 2009 sono stati suddivisi in quattro gruppi denominati Gruppo I, I Bis, II e III. Si tratta dei laureati da più di 11 anni e che quindi hanno ormai maturato un significativo percorso nella specifica professione prescelta. Dalla Tabella II si rileva che i 181 laureati appartenenti ai primi due gruppi, riferiti a posizioni apicali e docenti universitari di ruolo, rappresentano il 44% del totale dei 409 laureati del periodi 1974-2009, mentre valgono il 51% coloro che, nello stesso periodo di laurea, ricoprono posizioni dirigenziali. Risalta, quindi, in maniera netta una riuscita complessiva dei percorsi professionali piena e convincente. Tale valutazione trova conforto nel Rapporto di ricerca “Il valore dei Collegi Universitari di Merito” realizzato da The European House Ambrosetti in collaborazione con la Conferenza dei Collegi Universitari di Merito – rete di 57 Collegi di cui fa parte il Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” – in cui si sottolinea il particolare successo del percorso di carriera degli alumni dei 57 Collegi di Merito. Tra i laureati di tutti i Collegi di Merito da almeno 15 anni, infatti, quasi il 20% ha raggiunto posizioni apicali (CEO ed equivalenti), ed oltre il 40% occupa posizioni di management. Inoltre, tra il 26,9% di alumni dei Collegi di Merito, impiegati nel settore accademico, più della metà ha ottenuto la qualifica di professore. 1 Ai fini di una maggiore chiarezza nella lettura dei dati della Tabella II, è importante precisare che tra i criteri di attribuzione ai vari gruppi si è considerata l’attuale posizione lavorativa oppure l’ultima posizione ricoperta prima del pensionamento. I laureati che ricoprono incarichi direttivi nella Magistratura, gli Avvocati dello Stato, i Consiglieri di Stato sono stati inseriti nel Gruppo I, mentre gli altri magistrati sono stati inclusi nel Gruppo II. Posizione professionale attuale

19 Il Collegio compie 50 anni IL COLLEGIO E GLI ALUMNI Un rapido confronto, per omogeneità ristretto alle sole coorti di laureati del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” dal 1974 fino al 2004, rivela una migliore performance per le posizioni apicali (vedi Tabella II: 66+50 pari al 33,5% del totale dei laureati in questa fascia di anno di laurea) e sostanzialmente allineata per i docenti universitari di ruolo (13,9%). I laureati più giovani del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani”, che hanno cioè concluso gli studi tra il 2010 e il 2020, sono stati invece suddivisi nei Gruppi IV, V, VI e VII. Si evidenzia come questi laureati, pur essendo entrati nel mondo del lavoro da minor tempo, già ricoprano posizioni di rilievo o stiano sviluppando esperienze rilevanti. Merita di essere rilevato che il 10% dei neolaureati del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” è impegnato in attività di formazione (corsi di dottorato, corsi di formazione ecc…). A questo proposito, il report di The European House Ambrosetti informa che nel triennio 2017-2019 oltre cento neolaureati del circuito dei collegi di merito hanno iniziato un percorso di dottorato: un segnale molto incoraggiante anche in prospettiva per l’Italia, che risulta uno dei paesi europei a più bassa incidenza di dottorati in rapporto alla popolazione (solo lo 0,5%, contro 1,4% della Germania e 0,9% della Francia). TABELLA II Livello di posizione professionale attuale dei laureati del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” (per anno di Laurea) Laureati Anni 1974 1989 Anni 1990 2004 Anni 2005 2009 Totale I Gruppo - Posizioni apicali (posizioni apicali di alta dirigenza, alte magistrature e partner di studi professionali) 66 50 7 123 I Gruppo Bis - Docenti Universitari di ruolo (Ordinari, Associati, Aggregati e Ricercatori) 15 33 10 58 II Gruppo - Posizioni dirigenziali (posizioni dirigenziali intermedie, docenti universitari a contratto, magistrati) 69 98 43 210 III Gruppo - Altre posizioni (nel settore pubblico, privato o dxelle libere professioni) 2 13 3 18 Laureati (Gruppo I, I Bis, II e III) 152 194 63 409 Neo Laureati Anni 2010 2020 Totale IV Gruppo - Neo Laureati dal 2010 con posizioni di rilievo 64 64 V Gruppo - Altri Neo Laureati dal 2010 40 40 VI Gruppo - Neo Laureati in formazione dal 2010 12 12 VII Gruppo - Neo Laureati in cerca di occupazione 3 3 Neo Laureati (Gruppo IV, V, VI, VII) 119 119 Totale Laureati rilevati 152 194 182 528 Non presenti in annuario 1974-2012 / non rilevati 30 23 3 56 Totale Laureati 182 217 185 584

20 Il Collegio compie 50 anni IL COLLEGIO E GLI ALUMNI Grafico II Livello di posizione professionale attuale dei laureati del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” (per anno di Laurea) valori in % Gruppo V - Altri neo laureati dal 2010 | 40 Gruppo VI - Neo laureati in formazione dal 2010 | 12 Gruppo VII - Neo laureati in cerca di occupazione | 3 Non rilevati | 56 Gruppo IV - Neo laureati dal 2010 con posizioni di rilievo | 64 Gruppo III - Altre posizioni | 18 58 | Gruppo I bis Docenti universitari di ruolo 210 | Gruppo II - Posizioni dirigenziali 123 | Gruppo I - Posizioni apicali La Tabella III riguarda la presenza dei laureati del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” all’estero e indica quanti di essi svolgono attualmente la propria attività lavorativa oltre i confini nazionali. I laureati sono raggruppati in quattro fasce temporali in base all’anno di conseguimento della laurea: dal 1974 al 1989, dal 1990 al 2004, dal 2005 al 2009 e dal 2010 al 2020. Si rileva innanzitutto che la percentuale dei più giovani (dal 2010 al 2020) attualmente impegnati in esperienze lavorative fuori dall’Italia è maggiore (33,6%) rispetto a coloro che hanno conseguito il titolo nei 35 anni precedenti, tra il 1974 e il 2009 (17,6%). L’analisi condotta all’interno di ciascuna classe di laureati fa emergere il peso crescente nel tempo degli expat, che passano da circa il 6% dei laureati nel quindicennio 1974-1989, al 20% in quello successivo fino al 20ww04, per toccare il 38% nel quinquennio 2005-2009. La ricomposizione del quindicennio 2005-2020 restituisce una percentuale del 35% di laureati impegnati professionalmente all’estero. Nella lettura dei dati, va tuttavia tenuto conto del fatto che numerosi laureati scelgono di fare esperienza all’estero nelle prime fasi del proprio percorso professionale, per poi rientrare successivamente in Italia. L’ultimo rapporto Istat sulle migrazioni aiuta a comprendere il fenomeno con un maggior grado di dettaglio. Nel 2019 quasi tre cittadini su quattro emigrati all’estero hanno almeno 25 anni e quasi uno su tre (28 mila) possiede una laurea. I rimpatri di laureati nello stesso anno sono stati 15 mila, con un depauperamento netto di popolazione qualificata di circa 14 mila unità, che diventano quasi 112 mila in un decennio. Tra i fattori che determinano la scelta di recarsi all’estero, le ricerche più accreditate segnalano la difficoltà del mercato del lavoro nazionale di assorbire l’offerta di giovani e di donne, ma anche la maggiore disponibilità delle generazioni nate e cresciute nell’epoca della globalizzazione ad investire il proprio talento in paesi esteri che offrono maggiori chance di carriera basate sul merito e livelli di retribuzione più elevati. TABELLA III Laureati impegnati all’estero (per anno di Laurea) Laureati Anni 1974 1989 % sui laureati del periodo Anni 1990 2004 % sui laureati del periodo Anni 2005 2009 % sui laureati del periodo Anni 2010 2020 % sui laureati del periodo Totale presenti all’estero Totale Laureati 1974-2020 % sul totale dei Laureati Estero (I, I Bis, II e III Gruppo) 9 5,9% 39 20,1% 24 38,1% 72 409 17,6% Estero giovani (IV, V, VI Gruppo) - Laureati dal 2010 40 21,1% 40 119 33,6% Totale Laureati attivi all’estero 9 39 24 40 112 528 21,2% Laureati impegnati all’estero

21 Il Collegio compie 50 anni IL COLLEGIO E GLI ALUMNI L’indagine che presentiamo in queste pagine ha anche rilevato per i laureati del Collegio dal 2010 al 2020, il tempo di inserimento nel mondo del lavoro, dopo aver concluso l’esperienza formativa in Collegio e aver conseguito la laurea, o dopo aver concluso corsi di specializzazione post-laurea (Tabella IV)2. TABELLA IV Tempi di inserimento in posizione lavorativa dopo la laurea . Laureati 2010-2020 0 mesi 66 61,7% 1 mese 5 4,7% 2 mesi 11 10,2% 3 mesi 7 6,5% 4 mesi 2 1,9% 5 mesi 2 1,9% 6 mesi 5 4,7% 7 mesi 2 1,9% 8 mesi 0 0,00% 9 mesi 1 0,9% 10 mesi 1 0,9% 11 mesi 0 0,00% 12 mesi 2 1,9% In cerca di occupazione 3 2,8% Totale 107 100,00% In formazione 12 Non rilevati 1 Totale Laureati 2010-2020 120 A spiccare immediatamente è il dato che vede accedere al mondo del lavoro, in meno di un mese, 6 neolaureati del Collegio su 10. Si tratta di una performance di assoluto livello, anche nella comparazione con il report di The European House Ambrosetti sui Collegi Universitari di Merito, che indica per lo stesso segmento una percentuale prossima al 34% (con un 5,4% che trova lavoro addirittura prima di laurearsi). La rilevazione compiuta a tre, sei e dodici mesi dalla laurea, come riportato nella Tabella V, mette in luce come nel primo trimestre dal conseguimento della laurea trova un’occupazione già l’83,1% dei laureati del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani”, percentuale che aumenta ulteriormente, fino ad arrivare al 97,2% ad un anno dalla laurea. Se questo ultimo dato appare del tutto allineato a quello della media dei Collegi Universitari di Merito, esso assume una caratterizzazione straordinaria se collocato in una comparazione nazionale. Secondo la rielaborazione condotta da The European House Ambrosetti su dati Eurostat 2020, il tasso di occupazione dei neolaureati italiani ad un anno dal termine degli studi è appena del 50,9%, molto distante dalla media UE del 74%, con la Germania in posizioni di leadership in virtù dell’89% di neolaureati occupati. 2 Tra i 120 laureati considerati, 1 non è stato rilevato perché non è stato possibile recuperare l’informazione tramite i canali utilizzati per la ricerca e 12 dichiarano di essere tuttora impegnati “in formazione”. Quindi l’analisi è stata condotta su 107 laureati. Tempi di inserimento dei neolaureati del Collegio nel mondo del lavoro

22 Il Collegio compie 50 anni TABELLA V Inserimento nel mondo del lavoro dei neolaureati del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” 0 - 12 mesi 0 - 3 mesi 83,1% 0 - 6 mesi 91,6% 0 - 12 mesi 97,2% In cerca di occupazione 2,8% Non risulta affatto sorprendente l’esito del paragone con i dati AlmaLaurea (Tabella VI), che fa risaltare la misura in cui i laureati del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” trovino lavoro in percentuale nettamente maggiore (95,5%) rispetto ai dati rilevati della media nazionale (78%). È altrettanto significativo che nessuno dei laureati del Collegio, analizzati nell’arco temporale 2010-2014, appartiene alla categoria “non lavora e non cerca”, laddove tale gruppo rappresenta per converso il 12,9% nei dati AlmaLaurea. È inoltre opportuno rimarcare che la percentuale dei laureati che “non lavora, ma è in cerca di occupazione”, pari al 9,1% nella media nazionale, si riduce ad un 3% per i laureati del Collegio. TABELLA VI Condizione occupazionale attuale Comparazione con dati AlmaLaurea Laureati 2010-2020 Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” AlmaLaurea Lavorano 95,5% 78% Non lavorano e non cercano 0% 12,9% Non lavorano ma cercano 3% 9,1% Non rilevati 1,5% 0% N.B. i dati di AlmaLaurea sono disponibili fino al 2014) Un divario ampio sussiste anche con riferimento ai tempi di inserimento nel mondo del lavoro dal conseguimento della laurea (Tabella VII): a fronte di 1,7 mesi necessari ai laureati del Collegio, la media nazionale dei laureati – secondo i dati AlmaLaurea - entra nel circuito lavorativo circa 11 mesi dopo avere acquisito il titolo. TABELLA VII Tempi di inserimento nel mondo del lavoro Comparazione con dati AlmaLaurea (medie, in mesi) Laureati 2010-2014 Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” (mesi) AlmaLaurea (mesi) Tempo di inserimento nel mondo del lavoro dalla laurea 1,7 10,9 IL COLLEGIO E GLI ALUMNI

23 Il Collegio compie 50 anni IL COLLEGIO E GLI ALUMNI L’eccellenza come dovere a impegni comuni di Giorgio Ricci Maccarini, Presidente Associazione Alumni Collegio Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani” Le esperienze modellano i valori. I valori ispirano le azioni. E credo che questo nesso possa in qualche modo spiegare le eccellenze dei traguardi raggiunti dagli studenti del Collegio negli anni. Il destino professionale dei laureati del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” è una “foto di gruppo” dell’evoluzione di tante storie, differenti per provenienza, periodi storici, ambizioni e aspettative di realizzazione umana oltreché professionale. Da 50 anni il Collegio seleziona giovani dalle spiccate capacità scolastiche e consente loro una formazione basata su esempi concreti di imprenditorialità di successo ed una formazione ampia e trasversale su temi del dibattito contemporaneo. Oltre a questo, il Collegio permette una vita in comune con altri ragazzi e ragazze brillanti con cui confrontarsi e con i quali crescere insieme. Grazie all’ottimo rendimento accademico richiesto e l’impegno in alcune attività collaterali, gli studenti possono dedicarsi all’Università da un osservatorio privilegiato, senza gravare sulle famiglie e godendo dei servizi di qualità offerti dal Collegio. Queste erano le cose che, da studente, valutavo assieme ai miei compagni e, in maniera abbastanza naturale e chiara, definivano una gerarchia di valori riconosciuta da tutti coloro che sono coinvolti in questa esperienza: gli studenti, la Direzione del Collegio, la Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro. E il valore è quello della conoscenza e competenza, della capacità realizzativa, della progettualità su di sé e delle attività in propria gestione. Un altro aspetto fondamentale nella formazione del Collegio è la trasversalità e l’inclusione, la capacità di relazionarsi fra giovani persone simili fra loro, ma anche fortemente differenti per interessi, ambiti di studio, passioni e visioni del mondo. La convivenza e i “riti” comuni, da quelli quotidiani a quelli più istituzionali, sono uno strumento per la creazione di regole ispirate a questi valori fondamentali. L’integrazione e lo scambio fra studenti di tutte le facoltà e di tutte le Università romane favorisce la creazione di un ambiente particolarmente aperto alle molteplici sollecitazioni provenienti da tutto il mondo accademico e della ricerca. Un aneddoto spiega forse più di ogni altra cosa l’importanza dell’inclusione e della capacità di relazionarsi su un piano di regole comuni: nella mensa del Collegio non è possibile occupare un nuovo tavolo se l’ultimo che è stato occupato non è completo. È una regola molto semplice ed è sempre stata in vigore nei 50 anni di storia del Collegio. I pasti sono un momento prezioso di svago e libertà rispetto ai tanti impegni degli studenti. Tuttavia, non è possibile condividerli solo con alcuni, decidendo di escludere altri. A dire il vero, sono spesso anche il momento di discussioni accesissime, ma sempre in una cornice di convivenza comune, di rispetto e arricchimento reciproco. Questa e altre abitudini generano un forte senso di identità, senza tuttavia alimentare un mito di diversità rispetto al mondo esterno: non c’è e non c’è mai stato alcun intento esclusivo ed elitario nella formazione del Collegio, e questo lo contraddistingue chiaramente fin dalla sua costituzione. Giorgio Ricci Maccarini

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