Civiltà del Lavoro, n. 6/2022

71 Civiltà del Lavoro novembre • dicembre 2022 Qual è il suo primo ricordo in azienda? Quando diciottenne fui affidato al direttore del nostro stabilimento grafico: mi diede un grembiule grigio e mi affiancò agli altri operai, nei reparti. Un mondo nuovo, che mi conquistò, dove appresi tantissimo. Da lì sono poi arrivato in redazione e da questo momento i ricordi vanno a mio zio Giorgio Sisini, il fondatore della Settimana: mi vedo ancora ragazzo davanti alla sua scrivania, a fine serata, nella penombra del suo ufficio, ad osservarlo in silenzio mentre corregge le pagine del giornale. In un’epoca tutta votata al digitale, come immagina “La Settimana Enigmistica” del futuro? È un bell’enigma, per restare in tema… Non ci sottraiamo certo alle sfide che la tecnologia ormai da anni ci pone, e che accettiamo. Riteniamo che i device del prossimo futuro ci permetteranno di essere maggiormente presenti e attivi nel modo digitale più di quanto già non lo siamo oggi. Cerchiamo di essere sempre costantemente in linea coi tempi, quindi attuali per soddisfare i giovani lettori e allo stesso tempo tradizionali per non tradire i lettori più conservatori. Est modus in rebus… Ci descrive l’emozione che ha provato quando ha saputo di essere stato nominato Cavaliere del Lavoro? Ero a Sassari con i miei fratelli e decidevamo il futuro della nostra casa di famiglia, quando ho ricevuto la telefonata della presidente delle Fondazione lombarda, Giovanna Mazzocchi, che mi dava il benvenuto tra i Cavalieri. Sono stato attraversato da una grande commozione. Proprio in quella casa aveva vissuto mio nonno ed era nato mio zio, entrambi avevano ottenuto questo riconoscimento, seppure in settori completamente diversi. In quel momento mi è passata davanti un’intera vita lavorativa, i miei maestri, i collaboratori del passato e del presente. Questa nomina è per me un grandissimo onore e un riconoscimento importante per il nostro giornale, ed è ancora più sentita perché molte delle persone che mi sono vicine l’hanno vissuta con sincera partecipazione.

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