Civiltà del Lavoro, n. 6/2022

113 Civiltà del Lavoro novembre • dicembre 2022 Abbiamo altresì deciso di accelerare e anticipare tutti gli investimenti del Piano quinquennale, con precedenza a progetti specificatamente tecnologici, capaci sia di ridurre ulteriormente i costi cancello, che di consolidare la “nostra qualità made in Italy”. Tra questi progetti rientrano il sistema controllo digitale sulle efficienze del processo produttivo per azioni correttive in tempo reale; la nuova tecnologia “inerziale” delle cotture del tonno intero. Target: migliore “resa”, migliore sapore, migliore qualità; nuova tecnologia avanzata di sterilizzazione: processo lento a basse temperature, meno invasivo del prodotto: mantiene integre le cellule ed esalta il sapore; nuova tecnologia valorizzazione scarti di lavorazione: produzioni farine pregiate per alimentazione animale diversificata; accordi contrattuali con flotte di pesca moderne e “tracciabili”, a supporto della programmazione produttiva e occupazionale. Questi progetti, abbinati alla credibilità del made in Italy e supportati da adeguata formazione professionale delle nostre maestranze, potranno assicurare la competitività dei nostri prodotti anche rispetto a industrie “sul luogo di pesca”, con costi largamente inferiori di manodopera e di trasporto. Il periodo di crisi che stiamo attraversando ha rivoluzionato le abitudini di consumo. Anche la sua azienda sta attraversando un cambiamento? Questo periodo ha certamente disorientato il consumatore. Tuttavia le recenti ricerche di mercato confermano che, per il momento, i consumatori Italiani continuano a preferire il rapporto qualità/prezzo del tonno made in Italy. Quale momento della sua storia imprenditoriale ricorda con più emozione? Certamente i primi risultati, che mi hanno legato a questo settore per tutta la vita: lo sviluppo degli stabilimenti in Somalia, l’incontro con il Presidente Siad Barre, la creazione della Palmera sviluppata ai massimi livelli di quota di mercato in Italia, la pubblicità Palmera con Indiana Jones, la nuova sfida all’estero dal 1995 al 2012 dove abbiamo creato Marine Word Brands, diventata il primo gruppo in Europa, la visita alle Seychelles del grande capo di Heinz. Il ritorno al punto di partenza, in Sardegna, con la motivazione di porre in atto quanto imparato in oltre 55 anni di lavoro. Cosa ha significato per Lei la nomina a Cavaliere del Lavoro? Un grande onore, che cercherò di meritarmi nel prossimo futuro, in riconoscenza verso chi ha voluto conferirmela. Una iniezione di ulteriore impegno, di energia, di entusiasmo creativo e di responsabilità anche a supporto dei nostri attuali 700 posti di lavoro. Un grande riconoscimento industriale alla Sardegna, la regione che ospita la nostra impresa.

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