Civiltà del Lavoro, n. 6/2021

65 Civiltà del Lavoro dicembre 2021 La sua azienda opera in quella che è considerata la Cosmetic Valley italiana e contribuisce a darne va- lore. Quali le caratteristiche principali dell’eccellen- za cremasca? In Lombardia hanno sede oltre 700 imprese cosmetiche su un totale di circa 1.300 a livello nazionale; nello speci- fico, se si considera il manifatturiero, le aziende lombar- de generano più dell’80% del fatturato cosmetico italia- no conto terzi. Il cremasco in particolare si è dimostrato un territorio molto fertile: qui si concentrano infatti nu- merose imprese, per la maggior parte PMI, impegnate nella produzione di cosmetici ed altre attività collatera- li che spaziano dalla fornitura di macchinari industriali allo sviluppo del packaging. Non avrei mai pensato, ne- gli anni ‘80, di aver posto le fondamenta di questo fio- rente cluster di unità produttive, oggi conosciuto come Cosmetic Valley. La stretta sinergia tra tutti gli anelli della filiera, la capacità di fare rete, il profondo know- how industriale e la forte vocazione verso ricerca e in- novazione delle imprese cremasche ha portato il beauty Made in Italy al successo globale. La sua azienda esporta in molti Paesi. Che valore ha il Made in Italy nel mondo? Ancorotti Cosmetics esporta in 50 paesi diversi nei 5 continenti, tanto che il 90% del fatturato aziendale deri- va da vendite all’estero. Questo risultato è anche merito della solida reputazione che il Made in Italy ha raggiun- to a livello globale. Si tratta del marchio più conosciuto al mondo ed è sinonimo di qualità, sicurezza e creativi- tà. Per questo motivo, i prodotti italiani sono molto ri- cercati e godono di una grande popolarità sul mercato. Nel beauty, poi, dove innovazione e affidabilità sono re- quisiti irrinunciabili, il Made in Italy rappresenta una ve- ra marcia in più e il sistema cosmetico italiano è primo fra tutti per prestigio; basti pensare che oltre la metà del make-up consumato nel mondo è prodotto in Ita- lia, mentre se si guarda all’Europa la percentuale sale al 67%. A dimostrazione del fatto che rappresentiamo una vera eccellenza internazionale. E non manca un suo impegno diretto nel sociale. Ci parli de “La forza e il sorriso Onlus”. È un’iniziativa a cui tengo molto. Si tratta dell’unico pro- getto di responsabilità sociale collettivo del settore co- smetico nazionale, che gode del patrocinio di Cosmeti- ca Italia fin dalla sua fondazione. Dal 2007 “La forza e il sorriso Onlus” aiuta le donne che affrontano il cancro a ritrovare senso di benessere, autostima e fiducia in se stesse, organizzando laboratori di bellezza gratuiti in ospedali e associazioni di tutta Italia e, dal 2020, anche online. In quasi 15 anni di attività sono stati organizza- ti oltre 4mila laboratori, con la partecipazione di più di 18mila donne, grazie al lavoro di 500 volontari e al sup- porto di 28 aziende cosmetiche sostenitrici. È un proget- to davvero meraviglioso di cui andiamo profondamente orgogliosi, che mostra pienamente il valore sociale del cosmetico, che non è affatto qualcosa di frivolo, ma è essenziale per il benessere quotidiano di ciascuno di noi. Ci racconti il giorno della cerimonia in Quirinale. Ricevere questa onorificenza mi ha profondamente com- mosso. Ripeto spesso che fare impresa in Italia è una missione alla quale i veri imprenditori hanno il dovere di ambire. Siamo capitani coraggiosi che affrontano ogni sfida con voglia e senso di responsabilità. Sempre, ma a maggior ragione in un momento storico come questo, il contributo delle aziende italiane all’eco- nomia e all’occupazione nazionale è essenziale. La consapevolezza ed ora il riconoscimento di aver crea- to lavoro mi riempie di orgoglio. Della cerimonia in Quirinale conser- verò il ricordo speciale del discorso del Presidente Mattarella, che ha sa- puto emozionare evocando il valore della funzione sociale dell’impresa e parlando di traguardi che possiamo raggiungere solo crescendo insieme, uniti. E l’aver avuto l’opportunità di in- contrare gli Alfieri che si sono distinti negli studi, perché investire sui gio- vani e sulla loro formazione è vitale, sono il futuro del nostro Paese, il ca- pitale più prezioso: quello umano.

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