Civiltà del Lavoro, n. 2/2021

CAV. LAV. BONOMETTI: “NON SPRECHIAMO QUESTO COVID” La pandemia accelera la transizione digitale. La risposta è un’agenzia per la formazione. www.omrautomotive.it DALLE AZIENDE Linee di produzione di sottobasamenti motore in alluminio Il futuro post-pandemia è già qui, perché il Covid ha cambiato molti aspetti della nostra vita e accelerato tanti processi in corso. Per quanto riguarda il lavoro c’è una rivoluzione in atto: dalle mansioni alle compe- tenze, dall’organizzazione produtti- va, alla formazione, soprattutto per quanto riguarda innovazione, di- gitalizzazione e tecnologia, in dieci anni nulla sarà come prima. Prima ce ne rendiamo conto, meglio sapre- mo gestire questa ineludibile tran- sizione, ma soprattutto dobbiamo creare quelle condizioni di compe- titività strutturale ormai indispensa- bili per fare dell’Italia ancora un Pa- ese attrattivo e mettere nelle migliori condizioni le nostre fabbriche per vendere i loro prodotti nei mercati internazionali. Per avere un’idea dello scenario dobbiamo unire tre elementi. In un anno abbiamo perso almeno 500 mila posti di lavoro, un numero as- sai più alto è a rischio, il tutto mentre il prodotto interno lordo del Paese è caduto dell’8,9% e non sappiamo quando potrà recuperare. Per cui è necessario organizzare la ripartenza, bene, il prima possibile. Secondo, le figure professionali maggiormente penalizzate sono quelle a basso va- lore aggiunto e scarsamente tecnolo- giche e che, anzi, svolgono mansioni che verranno sempre più sostituite tramite l’automazione. Terzo, già in era ante-Covid le aziende faticavano a trovare lavoratori qualificati, tan- to è vero che la produttività italiana era stagnante da almeno due decen- ni, con una media annua di crescita che è meno di un quinto di quella dell’Ue (+0,3% a fronte di +1,6%). Insomma, l’appuntamento con la transizione digitale, quella che io definisco la Transizione 4.0 che è il vero orizzonte della manifattura ita- liana, con il Covid è diventato una esigenza inderogabile. Secondo il World Economic Forum, il 65% degli studenti delle elemen- tari di oggi faranno professioni che ancora non esistono. E per McKin- sey, in conseguenza della pandemia, entro il 2030 andranno perse 24 mi- lioni di posizioni, il 10% del totale della forza lavoro europea (Regno Unito incluso). Ma nello stesso de- cennio potrebbero crearsi 4 milioni di posti di lavoro nell’area scientifica e tecnologica, 4,6 nella sanità e 3,9 per esperti legali e di business. Que- sta, del resto, è una delle regole del capitalismo: la tecnologia ha sempre cancellato le mansioni meno qualifi- cate, ma ne ha fatte nascere di altre, spesso migliori perché a più elevato valore aggiunto, e quindi a maggior reddito per il lavoratore e per l’im- presa. L’importante è prepararsi. E il pri- mo passo è quello di puntare sul- la formazione dei lavoratori, sulle competenze digitali e tecnologiche, su politiche attive efficaci finora ri- maste chimere. Credo che le rego- Cav. Lav. Marco Bonometti

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