Civiltà del Lavoro, n. 6/2020

Civiltà del Lavoro dicembre 2020 57 In soli sei mesi con le poche informazioni disponibili, utiliz- zando parte dei macchinari della frutta siamo riusciti a pro- durre il glutine ed amido. Realizzare in sei mesi il cambio lavorazione da frutta a gra- no, è un record reso possibile dalla ferma volontà di rivi- talizzare l’azienda e anche grazie alla poca burocrazia. Ne- gli anni ’80 le pratiche dei permessi erano quasi inesistenti, oggi servirebbero due/tre anni solo per ottenere i permes- si di costruzione. Da allora in poi è stato un cambiamento continuo: aumen- to di macinazione, nuovi prodotti, impianti di cogenerazio- ne a gas, riduzione dell’acqua di processo e recupero dell’e- nergia termica. I bassi costi di produzione ottenuti col nostro processo ci hanno permesso di costruire una nuova amideria nel Regno Unito e una distilleria di alcool in Francia a Nesle. La scelta del grano poi si è rilevata vincente verso il mais, tanto vincente che in Europa molte amiderie da mais stan- no passando al grano con l’adozione dello schema Sedamyl, ovvero la distilleria in coda al processo. Siamo lieti e fieri che questo schema da noi applicato per primi stia diven- tando uno standard internazionale. Il terzo passo fondamentale per il nostro sviluppo è stata la scelta di stipulare joint venture (Jv) con gruppi internazio- nali per avere accesso a nuove tecnologie e per affrontare un mercato globale. Abbiamo imparato a convivere nelle Jv mantenendo buoni e duraturi rapporti con tutti i partner. Oggi qual è il volto di Sedamyl? Sedamyl è diventata un gruppo europeo che ha tre aree di attività: Sedamyl Italia con sede a Saluzzo e Busca, dove macina più di 500mila tonnellate di grano all’anno, ha un fatturato superiore ai 200 milioni di euro e 200 dipenden- ti; Sedamyl Uk con sede a Selby York, dove macina più di 300mila tonnellate di grano all’anno, ha un fatturato supe- riore ai 100 mio di euro e 100 dipendenti; e Sedamyl Roma- nia con sede a Timisoara per acquisto e trasporto del grano dall’est Europa, è un network centro di stoccaggio, fornisce trasporto con treni propri e ha 55 dipendenti. In parallelo, con l’internazionalizzazione la gamma dei pro- dotti si è sviluppata e oggi comprende alcool per liquori – siamo i primi produttori di alcool da grano in Europa – ami- do nativo e modificato, sciroppi zuccherini e malto destrine, glutine, crusca e distiller. E poi? Dopo 30 anni di Jv nel 2019 la famiglia Frandino ricompra le quote. Ora ci sentiamo preparati per camminare da so- li e presentarci al mercato come un gruppo interamente italiano. La nostra gestione imprenditoriale ha prodotto buoni risultati, per cui pensiamo si possa continuare sulla stessa linea migliorandola dove e quando possibile. Lo stru- mento utilizzato è il benchmarking, che monitora e avverte se i valori si allontanano dai risultati adottati come target. Cosa rappresenta per lei l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro? La nomina a Cavaliere del Lavoro rappresenta il massimo degli onori per chi fa impresa. Ottenerla è un sogno. Questa volta è lo Stato che ti batte la mano sulla spalla e dice: bra- vo hai fatto bene non solo per te, ma anche per l’Italia.

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