Civiltà del Lavoro, n. 6/2019

Civiltà del Lavoro dicembre 2019 77 In occasione dell’“Italian port days” 2019 avete aperto alla cittadinanza il vostro terminal nel porto di Marina a Carrara. Anche in città che vivono in gran parte di lo- gistica portuale si tratta infatti di contesti sconosciuti. Che riscontri avete registrato? Sia Cagliari che Marina di Carrara sono città dove il porto ha portato lavoro e sviluppo. Il nostro sforzo, negli anni, è sempre stato quello di aprire i terminal portuali alla città. A Carrara lo facciamo per tutto l’anno scolastico con il pro- getto del Porto Lab dove accogliamo, una volta alla setti- mana, due classi di bambini delle elementari a cui regaliamo tutti i dispositivi di sicurezza. Dopo che li hanno indossati facciamo visitare loro il terminal e la nave. È un modo per raccontare ai più piccoli un mondo che spesso è scono- sciuto e attraverso i loro racconti raggiugere le scuole e le famiglie, spiegando concetti come trasporti e logistica, che influenzano sempre più la nostra vita quotidiana. Accanto a questo progetto, da quasi dieci anni ospitiamo una volta al mese una classe dell’Istituto Nautico, prima di Savona e ora di Marina di Carrara, per un viaggio di andata e ritorno a bordo di una nostra nave, in modo che gli stu- denti possano capire in prima persona in cosa consiste la vita a bordo: dal ponte di comando partecipano alla navi- gazione, alle operazione di ingresso e uscita dai porti, scen- dendo in sala macchine per vedere da vicino il motore in navigazione e condividendo con l’equipaggio la vita a bordo. Che significato ha per lei la nomina a Cavaliere del Lavoro? È il più importante riconoscimento che la storia imprendi- toriale della mia famiglia e della nostra azienda potesse ot- tenere e la cosa che ci rende tutti particolarmente orgo- gliosi è che sia una donna ad averlo ottenuto. I settori in cui operiamo – logistica, mondo armatoriale, terminal portuali – restano ancora prettamente maschili e quindi, per una donna, ottenere un riconoscimento come questo è una grande soddisfazione. Le donne che sono state nominate Cavaliere del Lavoro sono circa il 3% del totale dei nominati, la prima nel 1965. Oggi i Cavalieri del Lavoro donna sono solo l’11,5% e quindi la responsabilità di questa onorificenza è ancora maggiore. È un riconoscimento che ho condiviso con la mia fami- glia e con la nostra azienda perché è veramente il frutto di un lavoro lungo e instancabile fatto da una squadra unita, coesa e consapevole dell’importanza del lavoro eseguito seguendo l’etica, i valori e la passione.

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