Civiltà del Lavoro, n. 6/2019

23 Civiltà del Lavoro dicembre 2019 PRIMO PIANO lo economico. L’Europa è la di- mensione indi- spensabile alla quale noi dob- biamo saper guardare. Se rimarrà divisa, non solo l’Europa non avrà futuro, ma nessuno dei paesi del vecchio conti- nente avrà un ruolo da svolgere o un peso da far valere in un mondo sempre più globalizzato e caratterizzato da nuo- ve polarizzazioni egemoniche che proiettano ombre minac- ciose e preoccupanti oltre che sul piano dell’economia an- che su quello geopolitico. L’Europa può al contrario essere decisiva nel garantire la pace, difendere la democrazia, assicurare la sostenibilità del pianeta e diffondere la civiltà nel mondo. Questo non solo perché siamo un mercato grande e ric- co, ma soprattutto per storia, cultura e capacità di creare progresso e benessere sociale. È per questo che vogliamo un’Europa più consapevole e più protagonista. Signor Presidente, l’Italia ha bisogno di politiche incisive perché gli effetti della crisi continuano a farsi sentire sull’e- conomia e, in misura ancora più significativa, sull’occupa- zione e sul Mezzogiorno. Oggi più che mai, siamo dunque chiamati tutti a dimostrare senso di responsabilità, determinazione nel perseguimento degli obiettivi comuni, capa- cità di catalizza- re credibilità e generare fidu- cia. Con questo incontro si concludono i miei sei anni alla guida della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro. Desidero ringraziarLa, a titolo personale e a nome di tutti i miei Colleghi, per la vicinanza che sempre ha espresso nei confronti dei Cavalieri del Lavoro. Ma, soprattutto, desidero ringraziarla per l’autorevolezza con cui Ella assicura la difesa dell’unità dell’Italia e dei prin- cipi della Costituzione e per l’azione instancabile che svol- ge, giorno dopo giorno, mettendo sempre al centro il be- ne del Paese. Questo, il bene del Paese, è il valore supremo che dobbia- mo saper recuperare. I nostri padri hanno saputo ricostruire l’Italia dalle mace- rie del dopoguerra grazie a una coesione di fondo dei ceti dirigenti nonostante le profonde divisioni ideologiche del tempo. Oggi abbiamo nuove sfide altrettanto cogenti e im- portanti da affrontare. E i ceti dirigenti del Paese devono saper dimostrare unità e senso di responsabilità per il bene comune. I Cavalieri del Lavoro sapranno fare la loro parte. Grazie di cuore, Signor Presidente. I nostri padri hanno saputo ricostruire l’Italia dalle macerie del dopoguerra grazie a una coesione di fondo. Oggi abbiamo nuove sfide altrettanto cogenti, i ceti dirigenti devono saper dimostrare unità per il bene comune

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