Civiltà del Lavoro, n. 1/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2018 46 INCHIESTA che favorendo l’esportazione di capacità produttiva cinese e rafforzando allo stesso tempo l’industrializzazione lungo le due direttrici previste, quella marittima e quella terrestre. Queste due nuove vie stringeranno ancora di più i legami tra Europa e Cina: secondo i piani del governo cinese, infat- ti, la nuova Via della Seta sarà un’opportunità per l’Europa di stabilire un rapporto privilegiato con la Cina, bilancian- do lo spostamento dell’asse della politica estera mondiale dall’Atlantico al Pacifico. Nonostante le divergenze dopo il mancato ingresso di Pe- chino nel Wto e le accuse di dumping da parte delle impre- se europee nei confronti della Cina, l’Unione europea è nel- la posizione giusta per dare una svolta ai suoi rapporti con la Cina, in un momento storico di incertezza e disarmonia. L’Unione europea dovrà essere unita e parlare con una voce sola nei confronti di Pechino per meglio cogliere le opportunità offerte dalla nuova Via della Seta e riuscire a ritagliarsi un ruolo nello scenario internazionale, che le permetta di portare il suo contributo alla costruzione di un nuovo ordine globale. Da "paese-continente" isolato, economicamente au- tonomo e protetto dalla Grande Muraglia, la Cina è di- ventata dipendente dalle vie di comunicazione. Que- sta apertura “forzata” può essere considerata come una garanzia per la pace internazionale? Nel suo discorso di apertura al Forum “Belt and Road” del maggio scorso, il presidente Xi Jinping ha voluto sottoline- are come la nuova Via della Seta possa diventare un mez- zo per promuovere pace e prosperità in tutto il mondo. Lasciando stare l’etichetta di “alfiere della globalizzazione”, che da più parti gli è stata appiccicata, bisogna dire che la Cina si sta ritagliando l’immagine di potenza responsabi- le e pacifica, in un momento storico che vede da una par- te la tumultuosa presidenza di Donald Trump e dall’altro la La Belt and Road Initiative potrà aprire nuove rotte com- merciali e ridefinire un nuovo ordine mondiale anche in termini geopolitici. In questo quadro che ruolo po- trà giocare l’Europa? La nuova Via della Seta ha la potenzialità e l’ambizione di rappresentare un cambiamento epocale nel modo in cui la Cina guarda al mondo e, allo stesso tempo, nel modo in cui il mondo guarda alla Cina. La Belt and Road Initiative (Bri) non è solo un piano infrastrutturale, ma è finalizzato a stabilire solide cooperazioni economiche e politiche tra gli oltre sessanta paesi coinvolti, dando nuova linfa ai pro- cessi di globalizzazione. Bri si pone l’obiettivo di essere un progetto mutualmente vantaggioso per Pechino e per i paesi coinvolti, non solo sostenendo il rilancio dei commerci internazionali, ma an- OCCASIONE DA COGLIERE Cesare Romiti, Presidente di Uni-Italia, spiega come la Bri rappresenterà uno strumento di stabilità internazionale e come può rappresentare uno straordinario vettore di investimenti e crescita per il nostro Paese

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