Civiltà del Lavoro, n. 1/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2018 40 INCHIESTA del Consiglio di gestione della nuova Autorità portuale che ha accorpato Genova e Savona – l’Italia potrà rispondere al- la sfida epocale rappresentata dalla Belt and Road Initiative solo nella misura in cui saprà rispettare i tempi. E i tempi ci dicono che nel 2020 il sistema portuale ligure sarà pronto”. Al completamento del terminale container di Vado e al potenziamento del Voltri fa da cornice la progressiva rea- lizzazione di una serie di opere che promettono di rende- re affidabile in tempi ragionevoli la logistica con epicentro genovese, a cominciare dal Terzo valico ferroviario previsto nel 2021. Sì, perché se i porti sono importanti, i retropor- ti non sono da meno. “Condizioni essenziali per aver an- che solo diritto di cittadinanza sulle nuove rotte della seta – afferma perentorio il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del mar ligure occidentale Paolo Emilio Signorini – sono sì i portacontainer di ultima generazione, ma lo è è altrettanto un sistema ferroviario in grado di far viaggiare treni lunghi 750 metri”. Se mettere a posto il sistema portuale è la premessa per partecipare alla partita inaugurata dalla Bri, per vincere la gara serve rendere performanti le aree retroportuali. Le rot- te “italiane” delle Vie della Seta dovranno pertanto con- figurarsi non solo come centro di smistamento merci, ma anche come centro di lavorazione e di trasformazione di materie prime e semilavorati. Ne va della moltiplicazione del business. In questo senso si segnala il polo logistico di Rivalta Scrivia. Collocato su un’area totale di proprietà di cir- ca 1.200.000 metri quadrati, Rivalta Terminal Europa (con- trollata da Katoen Natie e il Gruppo Gavio) opera oggi su una superficie di 250mila metri quadrati e rappresenta la prima fase di un progetto di sviluppo per ulteriori 650mila metri quadri nei prossimi anni. IL RUOLO DELLA LOGISTICA FERROVIARIA Per essere parte della Bri è dunque essenziale sia l’adegua- mento dei sistemi logistici portuali, sia l’integrazione dell’I- talia nella rete ferroviaria europea con il completamento dei corridoi della Trans European Network-Transport (Tent), che dovrebbero entrare in funzione nel 2030. Se vuole di- ventare il terminal d’Europa, l’Italia dovrà presto offrire a partire da Genova tempi di transito più favorevoli rispetto agli operatori del Nord Europa, ribaltando completamen- te il quadro attuale. A spiegarlo bene è Paolo Foietta, Commissario straordina- rio del governo per l’asse ferroviario Torino Lione. “Il no- stro mercato – dice con rammarico – è oggi servito dai por- ti del Nord. Dai nostri sistemi portuali serviamo esclusivamente il mer- cato nazionale e abbiamo difficoltà a impostare in modo consistente quote di traffico verso il mercato Svizzera, Ba- Fonte: Commissario per l’Asse Ferroviario Torino- Lione

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