Civiltà del Lavoro, n. 1/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2018 12 all’andamento dei corsi di Borsa che, soprattutto negli Sta- ti Uniti, sembrano aver imboccato una fase di correzione, ma non sappiamo che intensità avrà questa correzione. Noi italiani abbiamo anche il problema del debito pubblico. Che cosa dovremmo fare nei prossimi mesi? Dovremmo approfittare di questa fase di tassi che restano ancora bassi per avviare il debito su un sentiero di riduzio- ne. Anche se i tassi d’interesse dovessero cominciare ad aumentare quest’anno, per almeno due anni il costo del nostro debito, che ha una vita media superiore ai sette anni, resteranno bassi e questo dovrebbe spingerci ad ac- celerare la riduzione, anche ricorrendo a qualche iniziativa straordinaria, che non farebbe certo del male. Come valuta le prospettive economiche per quest’an- no? Le stime di crescita indicano un +1,5%, è una ri- presa solida? La ripresa si sta sicuramente consolidando e diffondendo in molti settori industriali, sono in crescita i consumi e la domanda estera mantiene livelli elevati. Si tratta di un dato solido, il che compensa i rischi di instabilità istituzionale. Alcuni esponenti economici internazionali, per esem- pio la direttrice del Fondo Monetario Cristine Lagarde, temono che la ripresa sia congiunturale e potrebbe già quest’anno mostrare qualche segno di rallentamento. Vale anche per l’Italia? La nostra ripresa ha anche una parte strutturale, perché deriva da una forte trasformazione del nostro sistema produttivo. Le imprese che sono sopravvissute alla lunga crisi hanno introdotto importanti cambiamenti nella go- vernance, nella struttura produttiva e nella proiezione in- ternazionale. La stessa uscita dal mercato delle imprese più deboli rappresenta un rafforzamento strutturale del sistema produttivo. Quali sono i maggiori rischi globali che potrebbero manifestarsi quest’anno? La nostra ripresa è partita in ritardo rispetto al ciclo mon- diale di crescita: per esempio gli Stati Uniti sono in ripresa da più anni di noi. Questo sfasamento della nostra ripre- sa rispetto al ciclo globale può rappresentare un rischio congiunturale. Ci sono molti rischi di instabilità geopolitica. Ci sono rischi legati all’evoluzione della politica monetaria delle banche centrali, con la riduzione degli stimoli monetari e il pro- babile aumento dei tassi d’interesse. Ci sono rischi legati LA RIPRESA REGGE MA ATTENZIONE AI CONTI È importante non sprecare il lavoro avviato con le riforme e scoraggiare i programmi che non risultano sostenibili, quali l’abolizione della legge Fornero e l’introduzione della flat tax. Il punto di vista di Giorgio Barba Navaretti, professore di economia dell’Università Statale di Milano

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