Civiltà del Lavoro, n. 1/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2018 11 con procedura formale. L’avanzo primario (indebitamen- to netto meno la spesa per interessi) misurato in rappor- to al Pil, dato importante per valutare la diminuzione del rapporto debito-Pil, è stato pari all’1,9% (1,5% nel 2016). Nel 2017 anche debito pubblico ha invertito la rotta dopo oltre un decennio di costante crescita (ad eccezione del 2015), e questo è un dato molto importante per la credi- bilità della finanza puubblica agli occhi dell’Europa e degli investitori internazionali. Nel 2017 il rapporto debito-Pil si è attestato al 131,5%, in calo rispetto al 132% dell’an- no precedente e leggermente meglio anche rispetto alle stime del governo, che indicavano un valore al 131,6%. Prima della crisi, nel 2008, il rapporto debito-Pil viaggia- va intorno al 106% per poi impennarsi di oltre 10 punti nel 2009 e altri 7 punti nel 2012 , fino a superare il 130% negli ultimi anni. Infine l’anno scorso, nonostante il miglioramento di deficit e debito, la pressione fiscale complessiva (cioè l’ mmonta- re delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil), è risultata del 42,4%, in calo del 0,3% rispetto al 2016. OCCUPAZIONE E DISOCCUPAZIONE A gennaio 2018 la stima degli occupati è tornata a cre- scere (+0,1%, pari a +25mila rispetto a dicembre). Il tas- so di occupazione è salito al 58,1% (+0,1%). Su base an- nua si conferma l’aumento degli occupati (+0,7%, pari a 156mila occupati) determinato esclusivamente dalle don- ne. La crescita si concentra solo tra i lavoratori a termine (+409mila) mentre calano gli indipendenti (-191mila) e i permanenti (-62mila). Aumentano soprattutto gli occu- pati ultracinquantenni (+335mila), ma anche i 15-24enni (+106mila), mentre calano i 25-49enni (-285mila). La stima delle persone in cerca di occupazione torna a crescere a gennaio (+2,3%, +64mila) dopo cinque mesi consecutivi di calo. L’aumento della disoccupazione inte- ressa donne e uomini e si distribuisce tra tutte le classi di età. Il tasso di disoccupazione sale all’11,1% (+0,2% ri- spetto a dicembre). Il tasso di inattività scende al 34,5% (-0,2%). Su base annua sono diminuiti sia i disoccupati (-4,9%, -147mila) sia gli inattivi (-0,6%, -75mila). La disoccupazione degli under 25 è scesa al 31,5% (-1,2%) toccando il livello più basso dal dicembre 2011, quando era pari al 31,2%. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono per definizione esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella mag- gior parte dei casi perché impegnati negli studi, condizio- ne prevalente in questa classe di età. Tenendo conto di questi giovani inattivi, l’incidenza dei disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari all’8,4% (cioè meno di un gio- vane su dieci è disoccupato), stabile rispetto a dicembre. Il tasso di occupazione dei 15-24enni è cresciuto dell’1%, mentre quello di inattività è calato dell’1,1%. ESPORTAZIONI Nel 2017 l’export è aumentato del 7% raggiungendo il re- cord storico di 450 miliardi, con circa 50 miliardi di avan- zo. Il nostro export cresce più di quello tedesco (6,4%) e di quello francese (4,1%). Ad andare meglio è invece la Spagna, che cresce dell’8,2%. È quanto emerge dal rapporto Ice-Prometeia “Evoluzione del commercio con l’estero per aree e settori”. Le espor- tazioni crescono più nei paesi extraeuropei (+8,4%) che in quelli europei (+6,4%). Ad andare a gonfie vele è soprattutto il mercato cinese, salito del 25,4% seguito da quello russo, colpito dalle san- zioni (+23,1 per cento) e dell’America latina (+16,3 per cento). Il mercato chiave resta comunque quello ameri- cano, con oltre 40 miliardi di esportazioni e su cui grava la minaccia dei dazi del presidente Trump. I settori più vivaci sono automotive, chimico-farmaceu- tico, alimentare, arredamento e moda. Il primo settore, comunque, resta quello della meccanica, la cui doman- da mondiale di importazioni si chiuderà con una crescita del 4,2%, in ulteriore accelerazione nel 2018. Nei beni di consumo, dopo un 2017 più contenuto, sia il sistema mo- da che l’arredo potranno contare su tassi di crescita del- le importazioni mondiali tra il 6,5% e il 7% nei prossimi due anni. Strutturalmente più lenta la domanda mondiale dell’alimentare. “Le previsioni per il 2018-2019 – ha det- to Alessandra Lanza di Prometeia – mostrano un’ulteriore accelerazione degli scambi al 5,5% il prossimo anno e al 5,3% per cento nel 2019”. • (p.m.)

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