Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2017

CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2017 45 DOSSIER SPETTA A ME l’onere e il piacere di chiudere que- sta mattinata cercando di tirare le somme di un dibattito molto denso, molto ricco, molto importate e anche mol- to complesso. Lo faccio innanzitutto ringraziando coloro i quali sono intervenuti dandoci diversi punti di analisi e di prospettiva, che sono sta- ti tutti, però, coerenti con il progetto che i Cavalieri del Lavoro da tempo por- tano avanti con grande con- vinzione e fermezza, cioè che sempre di più vi sia bi- sogno di contribuire a co- struire un’Europa più forte e più unita dal punto di vi- sta politico e istituzionale, perché possa essere anche più competitiva dal punto di vista economico. Negli anni precedenti e negli interventi preceden- ti, fatti su questo tema da angoli di analisi diversi, ab- biamo molto ribadito la ne- cessità che la dimensione competitiva europea e la ca- pacità di recuperare una politica di sviluppo autentica eu- ropea fossero indispensabili per riconquistare lo shift di potere, che nel mondo si stava determinando a danno anche delle capacità di tenuta economiche e sociali del nostro continente. Oggi la prospettiva per la quale noi abbiamo bisogno di un’Europa più forte e più unita non è solo quella della di- mensione economica e competitiva, perché oggi sono sul tavolo questioni ancora più importanti, che certamente vedono nella dimensione economica e competitiva un elemento di forza, ma che soprattutto portano davanti a noi problemi di portata epocale. Abbiamo tre grandi questioni da affrontare: la sostenibi- lità del pianeta, la fame e la difesa della pace. Si tratta di tre questioni che, in un quadro di frammentazione e di complessità come quello descritto questa mattina, rendo- no sempre più difficili i livelli di governance e la capacità di dare risposte adeguate al- le emergenze drammatiche che abbiamo davanti a noi. Mai come ora ci troviamo di fronte a problemi che, se non affrontati in manie- ra chiara, forte e condivisa, corrono il rischio di prospet- tarci scenari che abbiamo purtroppo vissuto in genera- zioni passate, ma non trop- po lontane. Questa è la ragione per la quale oggi il tema della crisi delle democrazie occidentali e il tema del confronto fra queste e i nuovi autoritari- smi rappresentano un ele- mento chiave nell’analisi e soprattutto nella prospetti- va delle soluzioni che dob- biamo dare, paese per paese, e soprattutto in Europa al- le questioni che abbiamo davanti a noi. Sembra che questo ragionamento parta da molto lontano, ma in realtà questo è il problema concreto con il quale oggi tutte le democrazie si stanno misurando. Lo abbiamo visto con le elezioni francesi, lo stiamo viven- do adesso nelle elezioni tedesche e lo vivremo fra poco nelle nostre elezioni italiane. Sappiamo che questo è il tema centrale, ma come riusciremo a garantire una ca- pacità di affrontare questioni importanti, che richiedono scelte di lungo periodo, se siamo attaccati da spinte po- pulistiche e da tensioni sempre più protezionistiche? » GRANDI SFIDE RICHIEDONO UN’ EUROPA PIÙ FORTE E PIÙ UNITA Le conclusioni del Presidente Antonio D’Amato

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=