CIVILTÀ DEL LAVORO
III • 2016
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LE
RAGIONI
DI
PUTIN
Rosario Alessandrello, Presidente Fondazione Centro per lo Sviluppo dei Rapporti Italia-Russia
Il ruolo della Russia nella lotta al terrorismo deriva dalla sua storia recente e passata
ma l’Impero Russo ereditato; da ciò la loro impopolarità.
Il progetto di dare più concretezza alla ricomposizione del-
lo spazio post-sovietico, rappresentato dalla Csi asfittica,
che non ha mai funzionato, è un obiettivo evidente nell’a-
genda politica di Putin, che può essere interpretato come
una visione neo-eurasista, senza però coincidere con essa.
D’altra parte, sin dall’inizio, il progetto Eurasia, al quale
hanno aderito oltre alla Federazione Russa, il Kazakistan,
l’Armenia, la Bielorussia, il Kirghizistan e il Tagikistan, sta
diventando uno spazio economico integrato nella facilita-
zione degli scambi commerciali, ma lasciando l’indipen-
denza nelle scelte politiche.
Era ben noto che in questi anni post-sovietici la Russia ha
vissuto come un attacco alla sua sicurezza ogni processo
di espansione della Nato e dell’Ue verso i suoi confini; li
ha subìti negli anni ’90 a causa della sua debolezza po-
litica ed economica, ma li ha contrastati non appena ha
potuto, soprattutto all’interno dello spazio post-sovietico:
in Asia centrale, in Moldavia, nel Caucaso e in Ucraina.
I progetti dell’Unione eurasiati-
ca lanciata nel 2011 dal presi-
dente della Federazione Russa
Vladimir Putin sono un antidoto
per superare, da un lato, la “no-
stalgia” per l’ormai passato “im-
pero” sovietico e, dall’altro lato,
aggiornare il ruolo continentale
di sicurezza della Federazione
russa in una dimensione geo-
politica e culturale eurasiatica.
Dei Paesi della Csi, oltre ai paesi
delle Repubbliche baltiche, che
fanno già parte dell’Ue e della
Nato non rispettando gli impe-
gni presi al momento dell’unifi-
cazione della Germania di non
allargare a est i paesi aderenti
alla Nato, l’Ucraina, dopo febbra-
io 2014, la Moldova e la Georgia
IL PRIMO PUTIN
, quello che assume un po’ for-
tunosamente e casualmente la guida della Russia nel
2000, si era concentrato sulle questioni economiche, ti-
rando fuori il Paese dal pantano di un’economia mafiosa
e dal degrado delle condizioni di vita materiali; il secon-
do Putin si è concentrato sulla ricostruzione ideologica e
morale del paese.
Il terzo Putin, nel suo articolo apparso alla fine del 2011
durante la campagna elettorale in vista del suo terzo man-
dato presidenziale, lancia il progetto dell’Unione euroasia-
tica. Come dice Aldo Ferrari, “l’espressione usata da Putin
per denominare il progetto Eurasia è tutt’altro che neutra
nella tradizione storico-culturale e politica russa, in quanto
evoca un movimento intellettuale, l’eurasismo, che costi-
tuisce l’espressione più radicale della tradizionale aspira-
zione della Russia a seguire un percorso storico differente
da quello europeo e occidentale. Il movimento eurasista
parte infatti dal presupposto che la Russia non faccia par-
te né dell’Europa né dell’Asia, ma costituisca una specifica
area geografica e storica”.
Putin fin dall’inizio delle sue “Pre-
sidenze” si è collocato al di fuori
di ogni etichetta ideologica, per-
ciò il progetto di Eurasia di Putin
non dovrebbe essere etichettato
ideologicamente. Infatti egli, sin
dal 2005, ha dichiarato più vol-
te di considerare la dissoluzio-
ne dell’Unione Sovietica “la più
grande catastrofe geopolitica del
XX secolo”. Ed è bene qui ricor-
dare che il partito comunista so-
vietico aveva ereditato dagli zar
l’Impero russo che Stalin aveva
conservato ed espanso. Perciò il
popolo russo addebita il suo di-
sfacimento a Gorbaciov ed Eltsin,
i quali hanno liquidato non so-
lo il partito comunista sovietico