Roma 2022 - Convegno Nazionale "Tecnologia e innovazione per una transizione energetica"

E qui voglio elencare due elementi, e arrivo anche al price cap perché il price cap quello da fonti non fossili, quello delle rinnovabili, è un price cap orientativamente sui 180 euro al megawattora, questa dovrebbe essere la cifra, offre un contributo, è inutile negare che offre un contributo, è anche un primo esempio di decoupling che dovremo però regolare. Noi presenteremo una proposta tra pochi giorni al nuovo governo appena si insedierà, lo abbiamo già fatto precedentemente, per una riforma del mercato elettrico italiano che introduce una piattaforma parallela di negoziazione delle fonti rinnovabili e l’abbiamo fatto con l’accordo di tutte le componenti di Confindustria, Francesco è qui e sa quanto faticoso è stato raggiungere questo accordo anche tra di noi, tra produttori, distributori, consumatori, ma è probabilmente la proposta più innovativa e più intelligente che offriamo anche all’Europa e che presenteremo l’11 e il 12 ottobre al Commissario Breton, come proposta di decoupling che sarebbe opportuno introdurre anche a livello europeo. Da una parte quindi dovremmo avere il governo sensibile a replicare i meccanismi di crediti di imposta e anche in misura maggiore perché probabilmente il peso sarà maggiore, dall’altra parte dovremo lavorare sulle regole. E qui l’Europa è mancata fortemente, lo ha già detto bene Franco, io implemento quanto dice lui, in maniera ancora più diretta, visto che non ci sono politici, siamo tra di noi, ce lo dobbiamo dire da europeisti. È mancata nei suoi fondamentali, non ha avuto un progetto di politica energetica, ha lasciato spazio a profondi egoismi da parte dei paesi, ha lasciato che la Spagna con i suoi rigassificatori non si collegasse al resto dell’Europa, perché la Francia non voleva che si collegasse. Io ho lavorato con i miei colleghi francesi e tedeschi per limitare il cosiddetto effetto pancaking che per gli addetti ai lavori è un costo del trasporto di gas dalla pipeline al consumatore finale che, naturalmente, essendo noi l’ultimo anello della catena europea, ci costa di più degli altri, circa 1 miliardo e mezzo in più. Quando l’ho messo al tavolo dei miei colleghi francesi e tedeschi, si sono alzati e se ne sono andati tutti e si sono rifiutati di firmare un documento comune per 1 miliardo e mezzo. Si immagini quanta difficoltà il governo italiano trova nell’affrontare il tema del price cap europeo sul gas, ammesso o no che sia fattibile. Tecnologia e innovazione per una transizione energetica 116

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