Roma 2022 - Convegno Nazionale "Tecnologia e innovazione per una transizione energetica"

Stiamo poi guardando al discordo degli scarti. Come trasformare degli scarti in una serie di prodotti nel campo agricolo. La stessa cosa abbiamo fatto, peraltro in joint venture con Eni Versalis, con l’impianto di Matrica che invece fa da oli vegetali un altro chemical che è l’acido azelaico che è un’altra componente di quei sacchetti a basso impatto e, nello stesso tempo, abbiamo creato un altro chemical che è l’acido pelargonico che è un sostituito naturale degli erbicidi pericolosi. Che cosa significa questo? Che possiamo fare dei prodotti a basso impatto che servono al made in Italy in maniera molto significativa. In pratica quello che abbiamo cercato di fare è stato di avere tre pilastri fondamentali di questo sviluppo quindi non usare semplicemente l’idea di fare un prodotto e affogare il mondo con un prodotto, ma cercare di utilizzare questo prodotto come catalizzatore di un’economia che fa di più con meno. Abbiamo quindi reindustrializzato siti deindustrializzati, abbiamo riconnesso queste attività con il mondo agricolo lavorando insieme al mondo agricolo per rivitalizzare aree desertificate o comunque a rischio desertificazione facendo il contrario: rigenerando i suoli. Questo è l’altro tema importante del nostro modello. Il concetto è quello di non poter più pensare un’economia di tipo estrattivo in cui ci si immagina che le materie prime sono infinite, ma pensare a un sistema di tipo rigenerativo. Nel conto in banca ci devo rimettere qualcosa altrimenti se prelevo soltanto, non è più sostenibile. In particolare in un Paese come il nostro perché siamo un Paese manifatturiero. Usiamo cinque volte le materie prima che produciamo, abbiamo scarsità di materie prime, siamo al fronte del cambiamento climatico, abbiamo una biodiversità eccezionale e il nostro made in Italy è basato su questa biodiversità e su tante filiere integrate molto differenziate. È assolutamente fondamentale quindi che il nostro sia un modello che sfrutta le specificità e le diversità dei territori, che giochi su una bioeconomia che sia interpretata come rigenerazione territoriale con un’interconnessione tra settori diversi, mettendo al centro, prima di tutto, il suolo. Tecnologia e innovazione per una transizione energetica 98

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