Civiltà del Lavoro, n. 6/2023

99 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 successo ottenuto, misurato nei risultati e nel grado di soddisfazione e di fidelizzazione della clientela, è il frutto di un particolare modo di intendere questo rapporto. Quello che è cambiato sono le modalità della relazione. La tecnologia ha rivoluzionato ogni aspetto della vita e vi sono ancora enormi potenzialità inespresse. Proprio per questo il digitale non va subito, ma governato anche facendo delle scelte in controtendenza, necessarie per immunizzare il sistema dagli effetti negativi che lo stesso processo innovativo, inevitabilmente, porta con sé. Faccio un esempio. Per svolgere il nostro lavoro a favore della comunità, la presenza fisica sul territorio è importante. Se il sistema bancario è orientato alla riduzione del personale e degli sportelli in funzione del contenimento dei costi, dal canto nostro, finché le filiali mostreranno la sostenibilità del proprio conto economico, ne manterremo la funzione, investendo per dare un volto alla banca in una logica “digitalhuman”. Mettiamo a disposizione di queste comunità, oltre alle operazioni di cassa, team di professionisti per le diverse tipologie di consulenza. La convinzione di poter proseguire su questa strada è confermata dal successo di tante aperture, ragionate quanto a ubicazione e organici, fatte negli anni. Mai avuto paura di non farcela? No, mi hanno insegnato che si può avere timore, mai paura. La paura è sempre cattiva consigliera, bisogna tenerla lontana. Ho imparato a non aver paura in 45 anni di carriera, tutta interna alla Popolare di Sondrio. Negli oltre 25 anni alla guida di questa banca possiamo dire di aver brillantemente superato insieme la grave crisi finanziaria del 2011, quella pandemica e ora quella legata ai conflitti che insanguinano il mondo. In queste avversità, mantenendo intatto lo spirito di Banca Popolare, ci è stato possibile diventare una realtà bancaria di primo piano, inserita dalla BCE tra le banche più significative a livello europeo. Ho imparato a sostituire la parola “paura” con “resilienza”, affrontando i rischi per coglierne le opportunità anche nelle situazioni più negative, avendo sempre presente il senso di responsabilità sociale e ambientale che deve guidare le scelte di ogni imprenditore. Con che stato d’animo ha vissuto la nomina a Cavaliere del Lavoro? Ricevere una così importante onorificenza dalle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella non può che suscitare emozione e gratitudine. C’è poi l’orgoglio di far parte di una comunità coesa, quella della mia banca, che ha voluto collegare questa nomina al mio operato riconoscendo laboriosità, dedizione, attaccamento aziendale e spirito di servizio messi a disposizione del più ampio interesse delle comunità con le quali la banca condivide attività e obiettivi di sviluppo. Il fatto che, prima di me, sia stata conferita soltanto all’allora Presidente e per me maestro, Piero Melazzini, il primo e finora unico esponente della Popolare di Sondrio a ottenerla, mi rie- mpie di gioia, ma anche di tanta responsabilità per affrontare il futuro. Banca Popolare di Sondrio, sede centrale

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