Civiltà del Lavoro, n. 6/2023

97 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 to del container. Negli ultimi 30 anni il trasporto containerizzato ha supportato la globalizzazione abbassando fortemente i costi di trasporto con un incremento esponenziale del commercio mondiale. Noi ci siamo inseriti in questo contesto portando un valore aggiunto nella supply chain e nella logistica, e ritengo che lo spedizioniere oggi giorno sia un partner importante all’interno di questi processi internazionali. Spesso si dice che in Italia manchi un’adeguata cultura dell’impresa. È così? Assolutamente no. In Italia ci sono distretti che sono in grado di esportare in tutto il mondo i propri prodotti, la loro capacità di innovare e la loro creatività e se ci riu- sciamo vuol dire che siamo competitivi, bravi, affidabili e seri. Noi come Interglobo abbiamo esportato a livello globale il know-how dello spedizioniere, della logistica e del trasporto internazionale. Essere spedizionieri è una professione in cui bisogna avere dentro di sé tante competenze e esperienze e in cui occorre saper applicare meccanismi logici e creativi che possano efficientare la supply chain operativamente e assemblare tanti dettagli per renderla la più competitiva possibile. L’uso dell’IA è molto importante essendo oggi di fronte a grossi volumi di merce e di dati, anche se l’uomo è senza dubbio al centro di tutto. Il nostro top management nel mondo è tutto italiano. I nostri manager vengono formati in Italia e molti di loro sono partiti da Genova. Abbiamo creato una vera e propria Academy per formare professionalità da inviare all’estero presso le nostre strutture oppure ad aprirne delle nuove. Il nostro successo è stata la nostra italianità. Chi va all’estero è perché vuole avere successo, per cui ha una fortissima motivazione e determinazione e la clientela lo capisce e ci premia. Siamo un gruppo molto coeso e siamo orgogliosi di portare nel mondo la nostra italianità che consideriamo un fattore che ci contraddistingue in modo positivo. La sua società è sempre rimasta ancorata al capoluogo ligure, nonostante il successo internazionale. Quanto conta per lei il legame con il territorio di origine? Genova è un porto storico. Siamo partiti da lì e ci sentiamo riconoscenti per i valori e il know-how che ci ha insegnato. Pur vivendo poco a Genova, riteniamo di volere mantenere vive le nostre radici. Sia come Interglobo che personalmente ho supportato molto lo sport a Genova. Sono stato presidente della Pro Recco Pallanuoto per cinque anni, nel corso dei quali sono stati vinti uno scudetto ed una Coppa dei Campioni. Sono stato vice presidente dell’Unione Calcio Sampdoria per dodici anni, dal 2002 al 2014. Ci siamo impegnati molto anche nel settore giovanile del basket con squadre di Hong Kong, di Ho Chi Minh in Vietnam e di Genova e inoltre facendo tornei in Asia e a Genova con interscambi culturali di ragazzi tra Italia ed Asia. Riteniamo che lo sport sia molto formativo per i giovani, oltre che cercare di viaggiare e conoscere il mondo. Facciamo loro presente l’importanza della padronanza delle lingue per poter sfruttare la potenzialità del mondo che riteniamo essere molto grande e ricco di opportunità ed Interglobo ogni anno, vuole aprire sempre più nuove sedi allargando sempre di più il suo piano di azione. Quali emozioni ha provato quando è stato nominato Cavaliere del Lavoro? Una bella emozione ed al Quirinale una bellissima sensazione di vivere in un gran bel Paese, democratico e con senso civico. Interglobo, piattaforma logistica di New York

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