Civiltà del Lavoro, n. 6/2023

72 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 considerato il “re dei giocattoli”, con 28 milioni di giochi commercializzati ogni anno, tradotti in 16 lingue e distribuiti in 83 paesi. Lei è a capo dell’azienda di famiglia dal 2002. Ci racconta le tappe principali del suo percorso imprenditoriale? Il mio percorso in azienda non ha un vero inizio perché la vivo letteralmente da sempre, da quando nel 1963, all’età di un anno, mi sono trasferito con la mia famiglia da Recanati a Pesaro. Avendo maturato da sempre l’idea di proseguire l’attività di famiglia, è stato naturale per me iniziare il percorso in azienda prima del completamento degli studi universitari negli anni ’80, epoca in cui sono entrato nell’area delle operations, dedicandomi all’ammodernamento dei sistemi informativi con particolare attenzione al processo degli acquisti e a quello produttivo. Particolarmente importante e impegnativo, ma anche di grande rilevanza strategica, è stato il periodo a ridosso degli anni ’90 quando ci siamo dedicati all’internazionalizzazione dell’azienda attraverso l’apertura delle prime filiali (oggi nove in Europa) in Germania, Spagna e Francia. Con la nomina a direttore generale nel 1999, ho dato un forte impulso all’area Ricerca&Sviluppo con la creazione di nuovi sub-brand. Dal 2002 sono diventato amministratore delegato, carica che ricopro ancora con grande orgoglio e una profonda determinazione al fine di gettare le basi della continuità aziendale. “Il gioco è una cosa seria”, affermava il fondatore dell’azienda Mario Clementoni. Lei ha mai smesso di giocare? Il gioco è sempre stato il mio lavoro e una parte profonda della mia essenza, perché per me l’approccio alla vita è fatto di leggerezza ed è quindi giocoso per definizione, ma se devo confessare un segreto non sono affatto bravo a fare i puzzle… Come è cambiato con le nuove tecnologie il “modo di giocare”? I bambini sono sempre gli stessi, quello che cambia è il contesto in cui vivono e l’accesso al mondo della tecnologia. Nella fase della prima infanzia gli step evolutivi sono i medesimi: si passa dall’età dei primi passi, alla lallazione, allo sviluppo della manualità e avvengono sempre nelle stesse fasi dello sviluppo. Quello che è cambiato è l’accesso alla tecnologia nelle sue varie forme: dall’uso dei device quali tablet o smartphone, alla fruizione di contenuti video “ibridati” (contenuti digital fruiti da Smart Tv connesse) o di canali on demand. In età pre-scolare, ma soprattutto in età scolare, l’accesso a questo mondo tecnologicamente evoluto fa sì che È Industria della “leggerezza” CLEMENTONI: TECNOLOGIA NELL’ESPERIENZA DI GIOCO GIOVANNI CLEMENTONI Industria giocattoli

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