Civiltà del Lavoro, n. 6/2023

109 Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 venti di correzione con la chimica, che interferirebbero sulla perfetta complessità generata dai lieviti autoctoni. Infine, anche il rispetto della tradizione ha il suo peso in queste scelte. Chi opera nel suo settore, risente più di altri di un fenomeno di grande attualità: il cambiamento climatico. Cosa ha da dire a riguardo? L’agricoltura è il settore più esposto al cambiamento climatico, a causa dell’ovvia esposizione ai fenomeni atmosferici, ogni anno sempre più “estremi”. Non posso che essere preoccupato per il futuro, perché è in grave pericolo la preziosa varietà dei prodotti agricoli. Si prediligono sempre più varietà selezionate in grado di resistere a climi, patologie o insetti sconosciuti fino a pochi anni fa. Andiamo verso la standardizzazione del cibo, rischiando di perdere il patrimonio alimentare di cui abbiamo goduto per milioni di anni. È nostra responsabilità mantenere e tramandare questo patrimonio. Un passo iniziale importante potrebbe essere quello di promuovere opere di gestione efficiente della risorsa acqua. Cosa ha significato per lei la nomina a Cavaliere del Lavoro e a chi dedica questa onorificenza? La nomina a Cavaliere del Lavoro rappresenta per me un’importante conferma del lavoro svolto in una vita intera. Voglio dedicarla alla mia famiglia, ai miei collaboratori e a mio padre, che ha gettato le basi affinché potessi raggiungere questo prestigioso traguardo. Veduta su vigneto di Montepulciano a Loreto Aprutino

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