Civiltà del Lavoro, n. 6/2023

10 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro | novembre • dicembre 2023 l nocciolo della questione quando si parla di intelligenza artificiale è stato ben sintetizzato da Larry Summers, ex Segretario al Tesoro di Bill Clinton, ex direttore del Consiglio economico nazionale di Barack Obama e già rettore dell’Università di Harvard. E, adesso, componente del nuovo board di Open IA, l’azienda che ha lanciato sul mercato ChatGPT. La tesi di Summers è semplice: “L’IA crea nuovi campi da gioco ridefinendo l’idea stessa di forza lavoro”. L’IA cambia dunque il concetto stesso di lavoro e, se è vero che il lavoro è componente essenziale dell’identità di ogni essere umano, l’Intelligenza Artificiale contribuisce a ridefinire l’idea di uomo. Definito meglio il perimetro dei problemi in campo, è utile a questo punto sottolineare che l’IA riesce a fare tutto questo senza essere intelligente. MACCHINE INTELLIGENTI SENZA INTELLIGENZA Un aspetto interessante, e spesso lasciato in secondo piano quando si parla di IA, è, infatti, il fatto che l’IA sa cosa fare pur non capendo nulla di quello che fa. Come mette in evidenza Luciano Floridi in molti dei suoi saggi: “Il miracolo non è quello di aver creato un’IA ma di aver ingegnerizzato strumenti che a intelligenza zero fanno cose che se dovessimo fare noi richiederebbero non solo un po’ ma tanta intelligenza. Siamo riusciti a scollare la capacità di agire dalla necessità di essere intelligenti”. L’IA è scienza in grado di fornire le macchine della capacità di agire dotandole di tanta esperienza, ovvero di “dati”. Sono macchine intelligenti le macchine in grado di assemblare e processare dati in modo da automatizzare processi con un intervento umano tendente allo zero. Com’è facile capire, è da “questo tendente allo zero” che nascono i timori sul futuro del lavoro. NUOVE FISIONOMIE DEL LAVORO Molte posizioni di lavoro, anche complesse, vedono già oggi le macchine operare in modo straordinariamente più efficace degli esseri umani, e questa tendenza non potrà che aumentare. Oltre che nel mondo della produzione, l’IA oggi è in espansione anche nel mondo dei servizi, dove il numero di software intelligenti che si interfacciano con gli utenti sono già il doppio di quelli del settore industriale. Il punto di discontinuità con il passato è dato dal fatto che le applicazioni “intelligenti” coinvolgono comparti legati anche ad attività intellettuali e di relazione, inimmaginabili fino a poco tempo fa: avvocati, giornalisti, militari, infermieri, medici. Nessuna professione sembra essere più totalmente al riparo. Una recente analisi commissionata da Goldman Sachs stima in 300 milioni i posti di lavoro messi a rischio dall’automazione. Secondo un rapporto di Confartigianato che analizza il grado di esposizione all’IA del mercato italiano del lavoro, sarebbero 8,4 milioni i lavoratori italiani a rischio per effetto della diffusione dell’intelligenza artificiale. In praI di Cristian Fuschetto TECNOLOGIA del nuovo mondo Foto peshkova © 123RF.com

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