Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2023

46 FOCUS Civiltà del Lavoro | agosto • settembre • ottobre 2023 Nessun paese maturo avanzato ha visto ridursi tale divario senza mettere in campo misure solide e strumenti efficaci di sostegno alla natalità. Vale, piuttosto, il contrario: il numero desiderato può ridursi nei contesti in cui la carenza di politiche e di attenzione pubblica porta a consolidare il messaggio che la nascita di un figlio non è considerata un valore sociale ma solo un costo e una complicazione a carico dei genitori. È quello che rischia l’Italia. Le esperienze europee ci dicono che l’aiuto economico è la leva più efficace come effetto di breve periodo per risollevare le nascite, perché consente di sbloccare – tanto più dopo una crisi e in condizioni di incertezza – una scelta lasciata in sospeso e continuamente rinviata. Ma affinché a tale impulso si agganci un effettivo processo di inversione di tendenza che prosegua nel medio-lungo periodo, serve un processo di solido miglioramento di servizi e strumenti a favore delle famiglie e a sostegno delle scelte genitoriali, con monitoraggio e valutazione continua dell’efficacia rispetto ai risultati attesi. L’investimento sul potenziamento degli asili nido su tutto il territorio previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza è cruciale da questo punto di vista. Quali conseguenze sociali ed economiche sono prevedibili se non riusciremo a risolvere la crisi demografica? A fronte dell’aumento della popolazione anziana è in forte riduzione la componente giovanile, ovvero le coorti in entrata nella vita attiva (processo di “degiovanimento” più accentuato rispetto alle altre economie mature avanzate e con l’aggravio di un maggior peso del debito pubblico). Questo tende, a parità di altri fattori, a indebolire le condizioni di sviluppo economico e a mettere in crisi la sostenibilità del welfare sia formale che informale. Una popolazione, a differenza delle singole persone, può sia invecchiare che ringiovanire o rimanere con una struttura ben bilanciata (che, come abbiamo detto, corrisponde ad una fecondità attorno alla media di due figli). Il percorso in cui si è inserita l’Italia rischia di essere quello di un invecchiamento irreversibile, nel quale via via che il tempo passa ci si deve rassegnare a far di meno e star peggio rispetto all’anno precedente. Una parte sempre più ampia del territorio italiano si trova già oggi in forte sofferenza, come conseguenza degli squilibri prodotti dal debole rinnovo generazionale, con difficoltà a garantire servizi di base. Non si tratta di convincere gli italiani ad avere figli, ma semplicemente di promuovere un ecosistema favorevole alla libera scelta di averli. I margini su cui possono agire le politiche familiari in Italia sono ampi Foto Amahce © Shutterstock Fonte: Istat

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