Civiltà del Lavoro, n. 1/2023

Ora dedichiamoci ai fondamentali 7 e crisi pandemica ed energetica si sono attenuate. Il piano di pace cinese e i primi colloqui ad alto livello tra Usa e Russia (i ministri degli esteri Blinken e Lavrov si sono parlati per la prima volta dall’invasione al G20 di Nuova Delhi) aprono uno spiraglio, se non di pace, almeno di “cessate il fuoco” in Ucraina. In Italia avremo 15 mesi di “tregua elettorale” fino alle europee del maggio-giugno 2024. Ci sono dunque tutte le condizioni per concentrarci sui “fondamentali”, cioè sulle riforme e sugli investimenti necessari per assicurare al nostro Paese una nuova fase di crescita e sviluppo economico e sociale. Il primo impegno è l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che in questi mesi deve entrare nella fase realizzativa dei cantieri, dopo quella preparatoria dei piani, dei progetti e degli appalti, se vogliamo rispettare la scadenza del 2026. Il governo sta ridiscutendo con la Ue alcuni obiettivi, che riguardano una maggior quota di investimenti energetici, in sintonia con il RePowerEU, e una maggiore sinergia tra Pnrr e Fondi strutturali europei. Vanno accelerate le azioni contro il cambiamento climatico: i climatologi prevedono per questa estate molti giorni con temperature sopra i 40 gradi, mentre al Nord si aggrava il problema della siccità e la burocrazia ancora ostacola in molti casi la diffusione delle energie rinnovabili. La semplificazione amministrativa resta dunque una priorità. Il governo ha promesso entro marzo il nuovo codice degli appalti e ha calendarizzato un’ampia serie di procedure da snellire: 50 sono state già deliberate, altre 200 lo saranno entro il 2024, per arrivare a un totale di 600 entro il 2026. C’è poi il capitolo delle riforme strutturali. Entro marzo dovrebbe vedere la luce la proposta di delega fiscale, mentre il ministero del Lavoro sta elaborando la riforma delle politiche attive del lavoro, della previdenza e dei nuovi sussidi per la povertà, per sostituire il reddito di cittadinanza. Il ministro Nordio sta lavorando alla riforma della giustizia e restano da sciogliere gli ultimi nodi (sui balneari) per quella della concorrenza. A queste riforme, che fanno parte integrante del Pnrr e dalla cui attuazione dipende l’erogazione per tranche dei 191 miliardi di fondi europei (di cui 67 già arrivati, mentre altri 19 dipendono dalla soluzione della querelle sui balneari), bisognerà aggiungere i due grandi pilastri della sanità e della scuola. La sanità ha affrontato positivamente, nel complesso, la pandemia e le campagne vaccinali, ma ora va migliorata con il rafforzamento della medicina territoriale e della prevenzione. La scuola va rilanciata perché, come scriviamo in questo numero di Civiltà del Lavoro, negli ultimi anni ha fatto molti passi indietro in termini di qualità e adeguatezza alle necessità del nuovo mondo del lavoro, come testimoniano da una parte l’elevato numero di disoccupati giovani e dall’altra la difficoltà delle imprese a trovare molte figure professionali adeguatamente formate. Questa fase di sviluppo strutturale richiede una politica che sappia conciliare la dialettica maggioranza-opposizione con la collaborazione “bipartisan” sui provvedimenti decisivi per la crescita del Paese. Le imprese, a partire da quelle dei Cavalieri del Lavoro, continueranno a fare la loro parte, come hanno dimostrato negli ultimi due anni più che recuperando il 9% di Pil perso con la pandemia, continuando ad affermarsi sui mercati mondiali e continuando ad assumere, visto che il tasso di occupazione ha raggiunto in gennaio il record del 60,8% (oltre 23 milioni di occupati), anche se restiamo ancora indietro rispetto agli altri grandi Paesi europei. La nostra Federazione continuerà ad elaborare proposte e progetti: l’8 luglio a Genova il nostro Convegno nazionale affronterà il tema dell’acqua, intesa anche come grande risorsa economica. Abbiamo davanti un anno di lavoro impegnativo. Non sprechiamolo. (P.M.) L Civiltà del Lavoro gennaio • febbraio 2023 EDITORIALE

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