Civiltà del Lavoro, n. 1/2023

28 PRIMO PIANO Civiltà del Lavoro gennaio • febbraio 2023 I rischi esistono sempre. Da un punto di vista giuridico il personale docente oggi è inquadrato con un contratto collettivo nazionale che assicura la stessa retribuzione a tutti. Personalmente sono contrario a inserire differenze retributive, credo invece si possa intervenire in termini di welfare. Se il costo della vita in alcune aree del Paese è tale da impedire di svolgere questo lavoro, si può pensare a misure compensative. Ma, attenzione, non serve il contratto integrativo regionale perché all’interno della stessa regione esistono zone molto diverse: un affitto a Milano è più oneroso che nella lontana provincia lombarda. Serve una granularità di interventi ancora più spinta. Altri interventi? Per migliorare l’attrattività della scuola bisognerebbe introdurre un percorso di carriera. Il lavoro del docente non è ambito perché viene pagato poco e perché si avanza solo per anzianità, che, anche al massimo livello, non raggiunge una retribuzione appetibile. Nei sistemi di altri paesi un docente bravo e che ha risultati migliori ottiene scatti stipendiali più cospicui e prima del tempo. Chi dovrebbe valutare l’operato di un docente? Il preside, non c’è dubbio. Già oggi nelle scuole opera un comitato di valutazione presieduto dal dirigente scolastico, che per esempio svolge un compito importante nel confermare i docenti al termine dell’anno di prova dopo l’assunzione nella Pubblica amministrazione. Nel nostro sistema scolastico, quindi, una forma embrionale di valutazione è già codificata. Andrebbe solo valorizzata, ma in Italia questo principio fatica ad attecchire. Perché? Confondiamo la valutazione della prestazione con quella della persona. È tipico del settore pubblico, dove di fatto il processo non esiste o è molto astratto. Nel privato si ha come obiettivo il lucro ed è più semplice stabilire una connessione tra l’attività del dipendente e il risultato; nel pubblico la finalità dovrebbe essere la qualità del servizio, ma culturalmente è sempre stato considerato un tema marginale. Foto rido © 123RF.com

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