Civiltà del Lavoro, n. 6/2022

95 Civiltà del Lavoro novembre • dicembre 2022 L’automotive è uno dei principali mercati della sua azienda. Oggi i suoi clienti cosa le chiedono di diverso rispetto al passato, in termini di prodotti, tempi e costi? Oggi l’auto rappresenta il 50% del mercato di vendita. Certamente, rispetto alla clientela “non auto” degli anni passati, ci comporta grandi investimenti, potenziamento continuo della nostra struttura, rispetto di qualità e servizio esasperati, richiesta da parte del cliente di risparmi legati a manovre di produttività. Tutto non facile, ma questo crea anche selezione tra noi e i nostri concorrenti. Si parla sempre di innovazione come condizione essenziale di crescita. Nel suo settore forse più che altrove. In base alla sua esperienza, quali sono i fattori che in Italia più la favoriscono e quelli che la frenano? In Italia, paese povero di risorse naturali, siamo condannati ad esportare quello che sappiamo produrre bene. Questa necessità legata spesso all’inventiva italiana, ci porta in certi casi a primeggiare nel mondo. Ma quanta fatica dovuta alla nostra burocrazia. Quando parliamo di investimenti, spesso si tratta anche di costruire gli immobili che devono ospitare i nuovi impianti produttivi. I permessi comunali sovente si attendono per anni ed in certi casi arrivano quando il mercato non c’è più. Cosa ha significato per Lei la nomina a Cavaliere del Lavoro? il riconoscimento di un lungo percorso sino a ieri noto forse solo al settore dei costruttori di motori elettrici e generatori. Oggi anche fuori da questa nicchia, molti hanno conosciuto Eurogroup Laminations e sanno che nel mondo siamo una realtà italiana apprezzata, con 13 stabilimenti (7 in Italia e 6 tra Messico, Usa, Russia, Cina e Tunisia) 2600 persone e fatturato 2022 di circa 900 milioni di euro.

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=