Civiltà del Lavoro, n. 6/2022

secondario, sottolinea Amato. In Europa le identità nazionali sono quindi particolarmente forti e non è facile ipotizzare di trasferire tutto, dall’oggi al domani, a livello sovranazionale. “Neanche Spinelli – ricorda Amato – se lo aspettava, tant’è vero che dirà: quello che conta è privare gli Stati nazionali delle prerogative esclusive che li portano a confliggere con gli altri e a scatenare le guerre. Ma una volta che li abbiamo privati della esclusività di questi poteri, per tutto il resto, testuale citazione, ‘ciascuno potrà continuare a fare quello che gli aggrada’”. Questo genere di impianto costituzionale non è compatibile con l’idea di federazione e porta inesorabilmente verso quella che è una unione di Stati. Ecco un altro punto significativo: il rapporto tra diritto europeo e diritto nazionale si gioca tutto sulle specificità dell’unione di Stati rispetto alla federazione. L’ECONOMIA APRE LA STRADA ALLA POLITICA Nel 1952 nasce la Comunità Europea di Difesa, ma prima ancora – l’anno prima – era nata la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca), figlia, essa stessa, del desiderio di pace fortissimo in tutti i paesi del Vecchio continente dopo la carneficina del secondo conflitto mondiale. La Ceca si muoveva su un terreno economico e, sottolinea Amato, la “vera spinta nasce da qui”, si punta alla pace passando per l’economia. Nasce così nel 1957 la Comunità economica europea, che fornisce alle autorità sovranazionali poteri normativi diretti, anche sui cittadini, che hanno a che fare con l’economia, con il mercato comune. “Voi siete giovani – dice rivolgendosi agli allievi del Collegio il presidente emerito della Corte Costituzionale – per voi il mercato comune riguarda il passato. Io ho vissuto per anni, da cittadino italiano ed europeo, immaginando questo mercato comune come un grande contenitore da riempire, modificando via via tutte le nostre leggi nazionali, in modo da favorire la nascita di quello che doveva essere, non un’entità geografica, ma un’entità economica viva”. Ma oltre alla necessità di dar vita a una regolamentazione economica, c’era qualcosa di più. “La finalità di coloro che dettero vita al mercato comune – evidenzia Amato – non era solo quella di dar vita a un mercato unico, ma era quella di convincere gli europei, che quel che avevano in comune era tanto e su questo si poteva costruire qualcosa che riguardasse la cittadinanza europea”. I trattati danno vita ad organizzazioni internazionali nella quali ci sono sempre delle corti, ma le corti delle organizzazioni internazionali sono corti a cui, in genere, hanno accesso solo gli Stati membri per dirimere le controversie fra di loro. Nel trattato istitutivo della Comunità europea, invece, fin dall’origine è scritto che anche il singolo cittadino può ricorrere alle corti europee contro un provvedimento o un regolamento, anche generale, che produca effetti nei suoi diretti confronti. E anche attraverso l’accesso diretto dei cittadini alle corti europee avete il progressivo affermarsi di diritti degli europei che non attengono immediatamente a questioni economiche. VERSO UNA CITTADINANZA COMUNE Via via questo sentire si viene allargando. “Grande lavoro storico della Corte di giustizia dell’Unione europea e quanto mai intelligente sul piano della visione fu quello di identificare come fonti di diritti individuali di rilievo europeo, non soltanto diritti fondati su disposizioni dei trattati, ma fondati, dirà la Corte, sulle tradizioni costituzionali comuni. Quel nostro essere europei quindi, quella parte di noi costituita da civiltà comuni, valori comuni, principi comuni, si solidifica in diritti individuali che vanno riconosciuti in Europa perché sono presenti nelle costituzioni degli Stati membri o nelle loro tradizioni costituzionali”. Ma non si stava facendo un mercato comune? Non si era stabilito che quello relativo al mercato fosse il solo ambito del diritto? Dal punto di vista dell’architettura costituzionale, nota il giurista, è esattamente così: c’è il diritto europeo per la parte in cui ci sono competenze europee e poi c’è il diritto nazionale che è pari grado in tutto ciò che i singoli Stati fanno ciascuno per conto proprio. Con il passare degli anni si sono rafforzati due fenomeni: è continuato quel processo che ha progressivamente allargato, ben oltre il mercato comune, gli spazi nei Le matricole del nuovo anno accademico 2022/2023 del Collegio 41 COLLEGIO Civiltà del Lavoro novembre • dicembre 2022

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