Civiltà del Lavoro, n. 6/2022

li statisti senza visionari non avrebbero saputo dove andare. I visionari senza gli statisti non sarebbero andati da nessuna parte”. Il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, ricorda Altiero Spinelli e il sano realismo di un visionario quale fu il padre fondatore dell’Unione Europea, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico del Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani”. Tenuta lo scorso 21 novembre, insieme ad Amato, alla cerimonia sono intervenuti il presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Maurizio Sella, il presidente della Commissione per le Attività di Formazione Cavaliere del Lavoro Luigi Abete, il Coordinatore del Comitato Scientifico del Collegio, Sebastiano Maffettone, e il Cavaliere del Lavoro Gian Luigi Tosato, Presidente emerito della Commissione per le Attività di Formazione, per l’assegnazione del premio “Paola Piccinini Tosato”. SELLA: QUESTO È UN LUOGO SPECIALE “Il Collegio Universitario – ha sottolineato Sella in apertura – è un luogo in cui chi sa bene qualcosa, chi ha fatto bene qualcosa, per piccola che sia, ha deciso di condividerla con le nuove generazioni per costruire un insieme proiettato al futuro del Paese”. Da un’indagine svolta sui destini professionali dei 584 laureati tra il 1974 e il 2020 è emerso, infatti, che il 41,7% dei laureati ha raggiunto posizioni dirigenziali nel settore dell’impresa e il 18,9 % è impegnato nel settore della ricerca come docente universitario o ricercatore di alto livello. Il 12, 5 % dei neo laureati, invece, occupa posizioni negli organi costituzionali (Camera, Senato, Corte Costituzionale), nelle organizzazioni internazionali e monetarie e nelle alte magistrature. I tempi di inserimento nel mondo del lavoro dopo l’esperienza formativa nel Collegio sono risultati straordinariamente brevi. Particolarmente rilevante è il dato che vede accedere al mondo del lavoro, in meno di un mese, 6 neolaureati del Collegio su 10. “Questo è un luogo speciale – ha continuato il numero uno dei Cavalieri del Lavoro –, fin dalla sua fondazione non è mai stato solo un luogo di studio, ma si è strutturato come una comunità nella quale incrociare le testimonianze di chi ha raggiunto posizioni di rilievo nel mondo del lavoro, con le ambizioni di chi si sta formando per raggiungere, in futuro, un ruolo da protagonista”. Sella ha quindi invitato gli allievi ad ascoltare con grande attenzione le considerazioni di Giuliano Amato, per la sua “vasta cultura giuridica, per la grande esperienza governativa e istituzionale” e per “essere stato egli tra gli artefici, in qualità di vice-Presidente della Convenzione sul futuro dell’Europa, del testo alla base del trattato di Lisbona, ovvero della carta di riferimento per la definizione delle competenze degli Stati nel quadro di una loro maggiore integrazione”. I TRE FILI ROSSI DELL’UNIONE EUROPEA Nella sua prolusione, dal titolo “Diritto europeo e diritto nazionale”, Giuliano Amato ha ricostruito il percorso, da idea a realtà politica, dell’Unione Europea, mettendo in risalto come il suo percorso di formazione sia stato caratterizzato dall’intreccio di tre fili rossi: Stato-nazione, federalismo e funzionalismo. Laddove il percorso di unificazione dell’Italia si conclude solo nella seconda metà dell’800, vi sono paesi come la Spagna e la Francia che già da secoli avevano costruito la loro unità, le loro burocrazie, le loro economie, le loro espansioni di tipo coloniale. Si tratta di un aspetto non Da sinistra: Sebastiano Maffettone, Giuliano Amato, Maurizio Sella, Luigi Abete e Franco Caramazza 40 COLLEGIO Civiltà del Lavoro novembre • dicembre 2022 “G

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=