Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2022

38 Civiltà del Lavoro settembre • ottobre 2022 CONVEGNO NAZIONALE TRE CONDIZIONI PER IL FUTURO Come in tutte le crisi si creano delle grandi opportunità e questa crisi forse ne offre più di altre perché il siste- ma energetico è il cuore del processo di crescita. La tra- sformazione che ci aspetta è così profonda da richiedere una massiccia dose di innovazione per la quale l’industria italiana ha sempre mostrato una grande propensione. Ma questa trasformazione deve avvenire all’interno di una prospettiva più organica di quella che ha caratteriz- zato gli ultimi decenni e deve servire a rilanciare il tema della politica energetica. Le politiche energetiche efficaci devono realizzare una sintesi di tre obiettivi: la sostenibilità ambientale, la si- curezza degli approvvigionamenti e la ottimizzazione dei costi. Perseguire un solo obiettivo senza una adeguata considerazione degli altri espone a grossi rischi, come dimostra proprio l’esperienza recente, nella quale il te- ma ambientale ha assunto un rilievo assoluto e gli altri sono stati accantonati. Ma anche nel passato le scelte di politica energetica sono state dettate più dalle contin- genze del momento che da un approccio organico che considerasse tutti tre gli obiettivi. SICUREZZA ENERGETICA, IL CASO OPEC DEL 1973 Per un lungo periodo a partire dal dopoguerra non si è sentita la necessità di fare politica energetica. Il petro- lio, appena scoperto nel Medio Oriente era abbondante e a buon mercato con un prezzo che era rimasto stabi- le tra i due e i tre dollari a barile per oltre vent’anni. In quegli anni solo Mattei si era posto il problema della si- curezza degli approvvigionamenti e della diversificazio- ne delle fonti valorizzando la produzione di gas italiana e costruendo la prima centrale nucleare nel nostro Paese. La situazione cambiò radicalmente a seguito dell’embar- go petrolifero decretato dall’Opec nel 1973 per la guer- ra dello Yom Kippur. La quadruplicazione dei prezzi del petrolio provocò una immediata reazione dei governi occidentali. Tra le prime decisioni prese ci fu quella di accelerare i piani di svilup- po dell’energia nucleare. La Francia fu la più determina- ta, ma anche in Italia si decise di accelerare il piano già in corso, semplificando gli aspetti procedurali e autorizza- tivi per la costruzione della nuova centrale di Caorso. Il piano energetico nazionale preparato da Donat Cattin e presentato nel luglio del 1975 metteva in primo piano la semplificazione delle procedure per la realizzazione del- le infrastrutture necessarie ad una diversificazione del- le fonti e metteva l’enfasi sulla necessità di procedere speditamente all’aumento della quota del gas e del car- bone tra le fonti di approvvigionamento di energia. Ma forse ancora più importanti delle decisioni dei governi furono i comportamenti di imprese e famiglie in conse- guenza degli aumenti di prezzo. Il risparmio energetico e l’efficienza nell’uso dell’energia diventarono la preoccupazione di moltissimi attori eco- nomici e interi settori industriali subirono una profonda trasformazione per adeguare prodotti, processi e mo- delli di consumo alle nuove esigenze. Il caso più impor- tante è probabilmente l’industria dell’auto soprattutto negli Stati Uniti che incominciò a produrre automobili più leggere, con motorizzazioni più efficienti e con con- sumi di benzina più bassi. CADUTA DEI PREZZI E TRASFORMAZIONE DEL MERCATO L’efficacia delle misure adottate a partire dalla metà degli anni Settanta fu tale che l’Opec non riuscì più a ripren- dere il potere di mercato che gli aveva consentito di sca- tenare la crisi del 1973, anzi, agli inizi degli anni Ottanta si aprì per i prezzi una spirale discendente che portò, al- la fine degli anni Novanta, il petrolio sotto i 14 dollari a barile. Sono convinto che questo scenario sia destinato a ripetersi anche come conseguenza della crisi attuale. Nella seconda metà di questo decennio assisteremo ad un crollo dei prezzi dell’energia determinato dalla accre- sciuta diversificazione, dalle innovazioni e dalla modifi- cazione dei modelli di consumo. Il problema è come ar- rivarci senza danni irreversibili per famiglie e imprese. La conseguenza della crisi petrolifera degli anni Settanta fu un rovesciamento nelle priorità della politica energeti- ca. La debolezza del mercato in quegli anni aveva convin- to i governi che l’unico problema della politica energetica Le politiche energetiche efficaci devono realizzare una sintesi di tre obiettivi: la sostenibilità ambientale, la sicurezza degli approvvigionamenti e la ottimizzazione dei costi. Perseguire un solo obiettivo senza una adeguata considerazione degli altri espone a grossi rischi, come dimostra proprio l’esperienza recente

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