Civiltà del Lavoro, n. 3/2022

22 Civiltà del Lavoro giugno • luglio • agosto 2022 di Vincenzo DIVELLA Superata la pandemia, ora c’è L’INCOGNITA INFLAZIONE PRIMO PIANO escrivere l’attuale situazione economica del nostro Paese è una sfida nor- malmente interessante. Lo è ancor più pensando agli eventi degli ultimi tre anni che, per la loro eccezionalità, hanno portato sconvolgimenti e cam- bi di paradigma difficilmente prevedibili e mai visti nella storia economi- ca moderna dell’Italia e di tutte le economie più sviluppate del pianeta. Mi riferisco ovviamente alla micidiale sequenza costituita dall’eccezionale lockdown di una parte consistente delle attività produttive e dei servizi durante il primo semestre 2020, se- guita poi dal rimbalzo del 2021, il cui secondo semestre ha poi visto una fiammata dei prez- zi di molte materie prime che non cenna a rientrare. Il tutto è stato poi ulteriormente esa- cerbato dall’invasione russa in Ucraina i cui effetti non cennano a placarsi. Il gruppo che rappresento – e di cui condi- vido con mio cugino Francesco il ruolo di amministratore delegato – è stato investito in pieno da tutti i fenomeni sopra descritti e ha dovuto gestirli, ricorrendo a tutte le risorse – manageriali, professionali, tecno- logiche e finanziarie – disponibili. Abbiamo dovuto fronteggiare gli acquisti da panico generatisi a marzo 2020, in modo re- sponsabile senza alimentare fenomeni spe- culativi, e rassicurando i consumatori circa la disponibilità dei nostri prodotti, che non abbiamo mai fatto mancare dagli scaffali. Quando pensavamo di aver riconquistato una certa stabilità, il grano duro – materia prima che incide per circa il 60% sul valore del prodotto finito – ad inizio estate 2021 ha cominciato a manifestare un impetuo- so aumento di prezzi, che è proseguito per tutti i mesi successivi e non accenna tuttora a rientrare. Si tratta di aumenti nell’ordine del 50-60%, prevalentemente determinati dall’annuncio di uno scarso raccolto in Canada che si è poi esteso a tutte le provenienze geografiche, incluso il grano duro nazionale. Tale fe- nomeno si è anche manifestato per il grano tenero (aumenti ben superiori al 100%) che utilizziamo per farine e biscotti. Aumenti del genere, se non trasferiti a valle al consumatore finale, mettono seriamente in discussione l’equilibrio economico e finanziario di qualsiasi impresa. Già a fine agosto 2021, abbiamo così avviato una delicata interlocuzione con le principa- D Vincenzo Divella

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