Civiltà del Lavoro, n. 6/2021

96 Civiltà del Lavoro dicembre 2021 Tra fabbrica e associazionismo di impresa PIOVESANA: IMPRESA LEVA DI INCLUSIONE C mio fratello Piero. La storia della mia azienda è quella di un distretto del mobile trevigiano: è nata nel dopoguer- ra, quest’anno ha festeggiato i 70 anni di attività, inizial- mente come cooperativa di artigiani e un mercato loca- le. È una memoria che considero importante anche ora che adottiamo sistemi robotizzati e tecnologie digitali, che il 70% della nostra produzione, tutta Made in Italy con 300 collaboratori, raggiunge i mercati esteri, dagli Stati Uniti al Nord Europa, ai Paesi Arabi fino in Cina. La mia quindi è una storia del Nord Est. E io sono fiera di questa terra. Un altro luogo di crescita, per me e molti altri imprenditori è stato ed è l’associazionismo d’impre- sa. Uno spazio di relazione, cultura e democrazia per un impegno volto allo sviluppo del bene comune del terri- torio e del nostro Paese. È anche Vicepresidente di Confindustria con delega ad Ambiente Sostenibilità e Cultura. Un ruolo, impor- tante, soprattutto in un momento come quello che il pianeta sta attraversando. Quali sono le sfide che ci aspettano? Le imprese italiane non si trovano a dover ‘inseguire’ la transizione alla sostenibilità, come dimostrano mol- ti indicatori. Dico spesso che anche per la Sostenibilità nel nostro Paese ‘la speranza si chiama impresa’, quale on il lockdown la casa per molti è di- ventata anche ufficio, palestra, scuo- la. Secondo lei, cambierà il modo in cui le aziende progetteranno arredi per la casa? Certamente sì, e con una forte componente di sosteni- bilità nei materiali e nella riduzione di impatto a livello produttivo, di circolarità e recupero dei componenti. Si tratta, in realtà, di un percorso che molte aziende del settore avevano già avviato anche prima della pandemia e che negli ultimi mesi si è accelerato. Le aziende italia- ne, che sono ai vertici internazionali nella produzione di arredamento, hanno la risorsa fondamentale di essere da sempre molto flessibili e capaci di interpretare e di sviluppare industrialmente i bisogni dei propri clienti di ogni parte del mondo. Come è cominciata la sua avventura imprenditoriale? Ho sempre detto che “sono nata in fabbrica”, l’azienda, l’Alf Uno, che crearono mio padre e mio zio. Un luogo di formazione, di affetti, e passioni. Proprio qui mio padre è mancato e il suo ricordo e la sua dedizione sul lavoro, all’azienda, al territorio e alla sua gente sono l’eredità morale più preziosa che mi ha lasciato. La guido in prima persona da oltre dieci anni insieme a mio marito Flavio e MARIA CRISTINA PIOVESANA Industria/Arredamento - Friuli Venezia Giulia

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