Civiltà del Lavoro, n. 6/2021

92 Civiltà del Lavoro dicembre 2021 Allevamenti e mungitura tra robot e chip PALMIERI: MAI TEMERE L’INNOVAZIONE Q un solo prodotto avrebbe significato non andare incon- tro al mercato e quindi alle nuove esigenze dei clienti che, invece, con una maggiore offerta sono sicuramen- te più stimolati ed entusiasti di visitare l’azienda con la curiosità di trovare di volta in volta qualcosa di nuovo. Alla produzione rigorosamente tradizionale della moz- zarella, ha affiancato un sistema completamente au- tomatico, primo esperimento al mondo per la bufala. Ci racconta di cosa si tratta? La mia gestione dell’azienda è iniziata molto presto, all’età di 16 anni. Il mondo delle bufale mi è sempre piaciuto. Quando ho cominciato la mungitura veniva effettuata a mano, ho successivamente introdotto quella meccanica e, nel 2008, ho installato i robot per la mungitura auto- matica. Il sistema volontario per la mungitura permette alla bufala di recarsi da sola all’interno del macchinario quando sente il bisogno di farsi mungere. La bufala vie- ne identificata attraverso un chip ed un braccio mecca- nico provvede autonomamente all’attacco. Il robot at- tua la mungitura in modo completamente automatico, effettuando la pulizia della mammella, il prelievo del lat- te, lo stacco e la disinfezione. Dopo la mungitura la bu- fala entra direttamente nell’area di alimentazione, libe- ra di mangiare il quantitativo di foraggio che preferisce, ualcuno l’ha definita il “Bill Gates” della mozzarella di bufala. Si ritrova in questa definizione? Mi piacerebbe, ma non è così…so- no solo un appassionato del mio la- voro, lo faccio con grande entusiasmo pensando esclusivamente a fare un prodotto di elevato livello qualitativo e ad essere al servizio dei miei consuma- tori rendendoli felici gustando la mozzarella di bufala. L’az i enda Vannu lo è par t i ta da l l a mozzare l - la di bufala, ma oggi produce yogurt, pane, pel- lame, cioccolato e altro ancora. Quanto è im- portante “differenziare” per un imprenditore? Quando ho deciso di provare a fare yogurt con il latte di bufala il mio timore era che non venisse gradito dalla clientela, paura ampiamente smentita dai consumatori, che hanno poi apprezzato anche i prodotti in seguito cre- ati, quali il cioccolato, il pane, il pellame. La diversificazio- ne dei prodotti ha significato sicuramente una maggiore competitività sul mercato. Diversificare per me non si- gnifica annullare, ma camminare sullo stesso percorso, creando nuovi prodotti ma non perdendo di vista il bene primario, che nel caso della mia azienda è rappresenta- to dal latte e dall’animale bufala in generale. Mantenere ANTONIO PALMIERI Agricoltura/Allevamento bufalini – Campania

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