Civiltà del Lavoro, n. 6/2021

106 Civiltà del Lavoro dicembre 2021 Bollicine made in Italy TOGNI: PUNTIAMO ALL’ESTREMO ORIENTE A Le difficoltà principali si riscontrano nella scarsità di ma- terie prime, cheprovocaaumenti progressivi dei costi che non sempre riusciamo a far assorbire alla clientela, uni- tamente al ritardo continuo delle consegne. Tutti questi fattori rischiano di compromettere la ripresa e frenano il nostro ottimismo ed inoltre non ci permettono di fa- re programmi a medio e lungo termine. Negli ultimi anni la sua azienda si è fortemente inter- nazionalizzata. Quali sono i mercati attualmente più attenti ai suoi prodotti? A mio avviso, possiamo e dobbiamo fare meglio. Una crescita continua e consolidata non può prescindere da una importante presenza nei mercati esteri. Stiamo investendo molto sia sulla struttura che sulle aree che riteniamo strategiche. In particolare, in questo momen- to, ci stiamo focalizzando sul mercato russo e sui paesi baltici dove sono molto apprezzate le bollicine Made in Italy. Per quanto riguarda le acque minerali vi è una for- te richiesta dal Medio ed Estremo Oriente dove stiamo partendo con importanti contratti. cque minerali e spumanti sono i due asset principali dell’azienda creata ol- tre sessant’anni fa da suo padre Lui- gi. Come sta reagendo il settore alla crisi innescata dall’emergenza sani- taria e, in particolare, quali sono le risposte riscon- trate dalla sua azienda? Il 2020-21 sono anni di difficile lettura, soprattutto per l’inedita alternanza tra chiusure e riaperture che ha in- teressato, per quanto ci riguarda, il canale horeca e che ha messo a dura prova i consumi e le capacità logistico- produttive dell’intero sistema. Rispetto ad altri settori noi abbiamo potuto continuare a lavorare, pur tra mil- le difficoltà, ed abbiamo cercato in tutti i modi di esse- re vicini ai consumatori anche nei momenti più difficili del lockdown. Sono però venuti a mancare degli interi settori di vendita, anche le abitudini delle persone sono cambiate, e per questo abbiamo subito una contrazio- ne di fatturato che stiamoman mano recuperando anche perché da subito abbiamo iniziato ad immaginare che la pandemia avrebbe mutato consuetudini aprendo tuttavia nuove possibilità. Di certo non ci siamo mai scoraggiati. Piuttosto oggi è il quadro generale che ci preoccupa. PAOLA TOGNI Industria alimentare bevande – Marche

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