Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2021

20 Civiltà del Lavoro ottobre • novembre 2021 Stefano Bonaccini S.E. Cardinale Matteo Maria Zuppi “La TRANSIZIONE è opportunità da vivere insieme” basa sull’utilizzo dei Big data. Chi fa l’imprenditore – qui in sala ce ne sono di straordinari – sa perfettamente che senza l’avvento o, meglio, senza la transizione robotica, digitale e tecnologica, non saremmo e non sareste in grado di competere con le imprese più avanzate del mondo. Quindi ci siamo candidati e anche qui abbiamo vinto. Arrive- rà qui un super computer di calcolo tra i primi cinque al mondo per velocità e trasferimento dei Big data alle imprese, a chi crea lavoro, e al mondo della ricerca e dell’università, a chi forma i talenti. Avremo a Bologna l’83% dell’intera capacità di calcolo italiana, il 21% di quella euro- pea”. “E per dire come bisogna stare dentro a questa transizione – prosegue il presidente della Regione Emilia Romagna – è venuto il ministro Colao. L’abbiamo portato al Tecnopolo e poi al Cineca, il centro di calcolo più importante in Europa. Il Direttore del Cineca gli ha detto: ‘Ministro, ascolti il presidente Bonaccini, che ne capisce poco ma si fi- da di noi. Nel Pnrr vi chiederà più di 100 milioni di euro perché noi sappiamo già oggi qua- le sarà il super computer da progettare, assemblare e produrre che fra quattro anni dovrà venire a sostituire quello che deve ancora arrivare, se vogliamo continuare a competere tra i primi paesi del mondo”. “Tutto questo basterebbe a inorgoglirci, a dirci che stiamo guardando al futuro, ma perché l’abbiamo fatto? – domanda ancora Bonaccini –. L’abbiamo fatto per un motivo: perché siccome ci hanno spiegato che circa il 70% dei nostri nipoti e già una parte dei nostri figli faranno lavori che oggi non esistono e sono lavori che derive- ranno dall’innovazione robotica, tecnologica e digitale, è bene che la politica si dia da fare per mettere a disposizione subito gli strumenti che permetteranno al mondo dell’impresa e della ricerca di far sostituire ogni posto di lavoro che si perderà con un altro che lo so- stituirà o magari anche più di uno”. oglio condividere con voi una riflessione su questi momenti che stiamo vivendo, indubbiamente così particolari”. Ha iniziato così il suo saluto al convegno “La Grande Transizione” l’arcivescovo di Bologna, cardina- le Matteo Maria Zuppi. “La prima volta che conobbi uno di voi, uno dei maggiori imprenditori della nostra città – ha raccontato – siccome siamo dello stesso anno, del 1955, ci siamo ricordati dell’eredi- tà che tanti di noi hanno ricevuto, non soltanto di consegna di pos- sibilità, di ricchezza, di futuro, ma soprattutto l’esempio. L’esempio di una generazione che ci ha preceduto, che ha vissuto la trage- dia della guerra e di cui potremmo dire che molti di noi sono figli. Molti generazionalmente, molti che hanno ricevuto tanto dalla ge- nerazione che ci ha preceduto e che ci consegna oggi un grande patrimonio di speranza, di futuro, di scelte, di rigore, soprattutto di sapere che il nostro futuro è insieme a quello degli altri”. “La generazione che ci ha preceduto – ha proseguito – si pensava in- sieme ai propri operai e alle persone, molte volte sapeva e condivideva Matteo Maria Zuppi V PRIMO PIANO

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