Civiltà del Lavoro, n. 3/2021

42 Civiltà del Lavoro giugno • luglio 2021 FOCUS di capitale umano qualificato? Come mettere in atto di- namiche virtuose di governance per assicurare una cor- retta valorizzazione delle risorse in arrivo? Innanzitutto, occorre condividere la visione, gli obiettivi, le strategie di realizzazione, per elaborare un “disegno-Paese” coe- rente in ogni sua scelta. Sulla base di queste considerazioni, l’Italia, ma innanzi- tutto il suo Mezzogiorno, deve elaborare nuove politi- che industriali, che ne rilancino il ruolo di grande nazio- ne manifatturiera, seconda in Europa, assumendo una dimensione ancora più internazionale, che tragga bene- ficio competitivo dalla sua posizione geografica. È necessario, però, sgomberare il campo da alcuni luo- ghi comuni del passato. Non ha, infatti, alcun senso af- fermare che l’Italia può essere una grande piattaforma logistica protesa nel Mediterraneo, oppure che essa, con la sua posizione, può intercettare i flussi di merci prove- nienti dall’Oriente, o ancora che l’Italia del Sud ha una collocazione geografica privilegiata per dialogare e in- teragire con i Paesi del Nord Africa. Troppo poco, troppo riduttivo. L’Italia non deve intercettare i flussi prodotti da altri; de- ve, invece, generare i propri flussi di merci da indirizzare in modo competitivo verso i mercati del mondo, conqui- stando consumatori con capacità di spesa. Occorre, quindi, allargare gli orizzonti per comprende- re a pieno il vantaggio competitivo della sua posizione, che non attiene al solo Mediterraneo, pur centrale, bensì ad una vera collocazione transoceanica, verso Ovest (le Americhe) e verso Est (Australasia), essendo baricentri- ca rispetto alle grandi rotte marittime che servono l’in- tero globo, passando tra Suez e Gibilterra. Il Mezzogiorno può, quindi, candidarsi alle produzioni di qualità, in una piastra territoriale, resa competitiva nel mondo, grazie alla propria posizione logistica. È in questa area di “riflessione operativa” che dialogano le reti lunghe, di collegamento internazionale, e le reti brevi, di distribuzione territoriale, che – integrandosi – costituiscono il disegno progettuale di una vera e pro- pria “armatura” a sostegno dell’affermazione nel resto del mondo delle produzioni nazionali. Risulta, quindi, naturale assegnare al sistema delle infra- strutture integrate, in un ambito di rinnovate politiche industriali, un elevato grado di priorità nel panorama degli investimenti previsti, anche e innanzitutto per ri- allineare gli standard e le aspettative del Mezzogiorno al Il Mezzogiorno può candidarsi alle produzioni di qualità, che potranno raggiungere i mercati esteri, vicini e lontani, solo grazie a un sistema di infrastrutture integrato. Coltivando sempre il valore immateriale dell’Italian Way of Life

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