Civiltà del Lavoro, n. 1/2021

24 Civiltà del Lavoro gennaio • febbraio 2021 guardare le amministrazioni pubbliche, che spendono de- naro dei cittadini. Toscana ed Emilia Romagna si conferma- no in testa alla graduatoria complessiva del Rating pubblico delle Regioni (entrambe con score 66), poco sopra il Ve- neto (62), in classe di rating Good. Seguono in classe Sat- isfactory Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Liguria, con pari score (59). La Toscana si distingue perché riesce ad essere Regione benchmark a fronte di un Prodotto Interno Lor- do pro-capite (in seguito p.c.) di poco superiore ai 31mila euro (nona posizione nella graduatoria regionale sul Pil), a differenza dell’Emilia Romagna, anch’essa benchmark, ma che può contare su un Prodotto Interno Lordo pro-capite più elevato (36.200 euro), il quinto a livello nazionale subi- to dopo quello di Trento e Lombardia, entrambe con oltre 38mila euro, Valle d’Aosta con 39mila euro e Bolzano con quasi 47mila. La Lombardia, come accennato sopra, si po- siziona tra le prime cinque Regioni del ranking, ma lo score assegnatole si abbassa rispetto al 2018, in quanto penaliz- zata da alcuni indicatori di rendicontazione delle informa- zioni sugli appalti, meno chiare e di facile reperimento ri- spetto alle altre Regioni. Il ranking 2020 evidenzia, altresì, che le prime posizioni sono occupate da quattro Regioni governate da maggioranze politiche diverse: due di centro- sinistra (Toscana ed Emilia) e due di centrodestra (Veneto, Lombardia). E questo è un dato che non riguarda solo la le- gislatura in corso: le maggioranze politiche che governano le quattro Regioni più performanti in Italia sono sostanzial- mente stabili nel tempo. Diversa la situazione nelle ultime posizioni della graduatoria, che appartengono a sei Regio- ni con maggioranze politiche variabili, quasi un’alternanza tra centrosinistra e centrodestra. È il caso di Molise, Cala- bria, Basilicata, Sicilia e Abruzzo, ora governate dal centro- destra, ma nella legislatura precedente governate dal cen- trosinistra. È il caso anche della Campania, ora governata dal centrosinistra, ma precedentemente dal centrodestra. Questo porta a ipotizzare, da un lato, che l’elettorato ten- de ad essere più stabile laddove le amministrazioni regio- nali funzionano meglio e meno stabile laddove funzionano peggio; dall’altro, che a fare la differenza in termini di ren- dimento istituzionale sembrano essere le persone che am- ministrano più che i colori politici cui esse appartengono insieme, naturalmente, alle condizioni di contesto generale. Tra queste ultime condizioni a incidere maggiormente sull’as- segnazione del Rating pubblico sembra essere soprattutto la ricchezza economica, misurata in termini di Pil pro-capite. Come sopra accennato, infatti, le prime quattro Regioni del- la graduatoria presentano un Pil pro-capite sopra i 30.000 euro. Pil che, invece, non va oltre i 20.752 euro per le ulti- me quattro Regioni del ranking. I dati sembrano dire che le Regioni più ricche sono generalmente più trasparenti e performanti di quelle più povere. Poiché le Regioni più ric- che sono quelle del Nord e del Centro Italia, non sorpren- de che queste due aree geografiche occupino la parte alta del ranking del Rating pubblico, mentre il Sud si concentra totalmente nella parte bassa, con cinque Regioni in classe di rating Weak e tre in Poor. COMPARAZIONE PER AREA GEOGRAFICA Regione Area geografica Rating Toscana Centro 65.9 Emilia Romagna Nord 65.6 Veneto Nord 61.8 Lombardia Nord 59.2 Friuli Venezia Giulia Nord 59.2 Liguria Nord 58.8 Piemonte Nord 55.7 Lazio Centro 54.0 Marche Centro 54.0 P.A. Trento Nord 53.8 P.A. di Bolzano Nord 51.4 Umbria Centro 49.0 Sardegna Sud 47.3 Puglia Sud 46.7 Valle d'Aosta Nord 46.1 Abruzzo Sud 41.2 Basilicata Sud 40.8 Sicilia Sud 40.3 Campania Sud 37.5 Calabria Sud 35.3 Molise Sud 27.1 Fonte: Rating pubblico, Fondazione Etica Se, dunque, si conferma il luogo comune per cui le Regioni settentrionali e centrali sono meglio amministrate ed effi- cienti di quelle meridionali, va considerato che si tratta delle Regioni che godono di maggiore ricchezza, quindi ipoteti- camente di maggiori entrate finanziarie e della possibili- tà, almeno teorica, di spendere di più in servizi ai cittadini. Cittadini del Nord e Centro che – si potrebbe azzardare – tendono comprensibilmente a riconfermare le maggio- ranze politiche, a differenza di quelli del Sud, meno ricco e meno ben amministrato, che ogni volta tentano il riscatto affidandosi a maggioranze politiche diverse. PRIMO PIANO

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