Civiltà del Lavoro, n. 6/2020

Civiltà del Lavoro dicembre 2020 81 Tra le risorse di un Paese, il capitale umano è decisamen- te quella più importante. Ci può parlare di “Officina Pit- tini per la formazione”? Uno dei pilastri su cui poggia la filosofia di crescita del Grup- po Pittini è la formazione, sia interna, rivolta ai nostri col- laboratori, sia come attività che contribuisce allo sviluppo delle professionalità nelle aree in cui operiamo. Con que- sto spirito, è nata nel 2003 la nostra corporate school “Of- ficina Pittini per la Formazione”, che è ente accreditatodal- la Direzione Formazione della Regione Friuli-Venezia Giulia. Promuovendo percorsi formativi rivolti sia alle aziende sia ai privati, Officina Pittini per la Formazione si colloca come ponte tra il mondo dell’istruzione e quello delle imprese. Purtroppo, però il mondo della formazione e quello delle aziende non comunicano abbastanza con la conseguenza che, oggi, le aziende faticano a trovare professionalità in gra- do di rispondere alle proprie specifiche esigenze. Di recente è stata costituita la nuova fondazione Grup- po Pittini. Quali ne sono gli obiettivi? Abbiamo voluto dar vita alla Fondazione Gruppo Pittini con- sapevoli della responsabilità nei confronti di chi è attivo sul territorio e delle generazioni future. La Fondazione si occuperà di sostenere, promuovere e svol- gere progetti di solidarietà, di cultura, formazione e istruzio- ne in un’ottica di valorizzazione di tutte quelle che sono le risorse umane e territoriali che il Gruppo Pittini ha imparato a conoscere e ascoltare nei suoi anni di attività con un’at- tenzione particolare rivolta sempre ai propri collaboratori. Cosa rappresenta per lei il titolo di Cavaliere del Lavoro? Questa nomina che si ispira alla solidarietà, al merito ed ai valori del lavoro è per me un grande onore per diversi motivi. Rappresento la seconda generazione alla guida di un’azien- da fondata da mio padre, Andrea Pittini, uomo di grande intuito e carattere, che tutti ricordano ancora come “il Ca- valiere”. Raccogliere il timone da una personalità così cari- smatica è stata una sfida che ho potuto sostenere grazie ad un fattore in particolare: il lavoro di squadra con un gruppo di collaboratori che da anni si impegna, accanto a me, per raggiungere obiettivi condivisi. Ecco, per me questa onorifi- cenza è un tributo non solo personale ma anche all’azienda nel suo insieme. Penso sempre all’impresa come a qualco- sa di vivo, che evolve in continuazione e questa evoluzione avviene per fasi, percorsi di cambiamento e d’innovazione. E il motore di tutto questo sono le persone, con le proprie idee, capacità, responsabilità e cuore. Il titolo di Cavaliere … non cambia la vita ma ti fa vedere che il tuo lavoro viene riconosciuto.

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